Nella città che non dorme mai, (anche) così è famosa New York, ecco una strana coppia, concetto che evoca un famosissimo film, guarda caso proprio ambientato nella Grande Mela e con protagonisti due soggetti che più differenti non potrebbero essere (lì erano Jack Lemmon e Walter Matthau): è così che nasce una strana coppia animata, quella di Don, marionetta stufa di ripetersi nel teatrino che è “casa&bottega”, e DJ Doggy Dog, un peluche, un cane, un rapper.
È un “cuore”, simbolico almeno, quello verde di NY, Central Park, a far nascere il battito di questa storia, creata da Joel Cohen e Alec Skolow, già autori di Toy Story, con la regia di Jeremy Degruson.
L’anima del buddy movie, qual è Toys – Giocattoli alla riscossa, molto gioca, piroetta, si bilancia e sbilancia affinché il trionfo dell’amicizia più pura, palpitante di empatia e avventura, sia determinato dal contrasto tra le psicologie dei caratteri, che si misurano anche con la fuoriuscita dalle reciproche zone di confort: infatti, sogno e pigrizia, coraggio e paura convivono come fratelli di sangue, imprescindibili l’un l’altro seppur spesso siano poli estremi, ma necessari alla narrazione per permetterne l’evoluzione; l’amicizia di Don e DJ diventa una fratellanza, un sentire profondo e indissolubile, che naturalmente non si cristallizza nella sua dimensione più intima ma permette la nascita dell’avventura, propria del film, tanto che la strana coppia addirittura fa saltare il piano minaccioso di un’altra coppia, quella di due ladri di giocattoli.
Il film, presentato in anteprima al Festival di Annecy, e dal 16 gennaio 2025 al cinema con Plaion Pictures, è una produzione franco-belga che però ha scelto un luogo, New York appunto, che permettesse senza forzature di fare un mélange di fantasia e spirito di inclusione, perché nella vivacissima NY di questo Toys convivono giocattoli e esseri umani, creando una magnifica – e a suo modo realistica – “fauna” urbana e emotiva, capace di onirismo e libertà, un po’ com’è l’anima vera della Big Apple americana.
Il film – volendo leggere l’animo potpourri della storia – è tale anche dal punto di vista della realizzazione, che per l’animazione fonde 2D e 3D, scelte tecniche e estetiche che concorrono a amplificare l’essenza della vicenda e la sfaccettatura visiva.
Se Don e DJ Doggy Dog sono i protagonisti assoluti, non mancano però anche un coro di comprimari che contribuiscono a colorare ulteriormente gli accadimenti del teatrino: tra questi c’è il capocomico e narratore, Sunny; la fanciulla in pericolo, Dee; e l’arrogante protagonista, Alfonso. È un’allegra brigata ma la marionetta sente stretta quella casetta di fantasia quotidiana: senza superbia, ma per “umana” soddisfazione, sente il bisogno di essere – almeno per una volta – il primo attore ma il palco non gli offre questa occasione e così lui se la cerca nella vita vera, quella della metropoli, ed è appunto nel Park che s’incontrano lo spirito del nobile Don Chisciotte della Mancia, che il pupazzo fa proprio, e quello del cagnolino con la rima rap sempre pronta, un tipo tanto spigliato nella parola quanto malinconico nel cuore, che batte alla ricerca di una famiglia.
Toys – Giocattoli alla riscossa – ancora una volta nel nome del mélange che caratterizza più aspetti del film – tesse il classico e il contemporaneo, facendosi così portatore del concetto di “sogno” che non appartiene a nessuna età anagrafica specifica, ma a tutti, parlando così a un pubblico family.
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