La seconda vita di Mengele, a Courmayeur

Alex Brendemühl, protagonista del film e fresco del premio ottenuto in Argentina ha accompagnato al Noir in Festival la pellicola sul criminale nazista che, sotto mentite spoglie, incrocia il cammino


COURMAYEUR – “C’è grande somiglianza fisica, parli perfettamente tedesco e spagnolo: sei tu l’unico che può interpretare Mengele”. È così che la sceneggiatrice, scrittrice e regista argentina Lucia Puenzo ha convinto lo spagnolo Alex Brendemühl a vestire i panni di uno dei più grandi criminali della storia, “l’angelo della morte” che, sotto il nazismo, compì spietati esperimenti di eugenetica per raggiungere la perfetta purezza della razza ariana, e che morì libero, a 67 anni, in Brasile. Quest’uomo dagli occhi di ghiaccio è protagonista di Wakolda, il film che la Puenzo ha portato al Certain Regard di Cannes e che è passato in competizione al 23° Noir in Festival il giorno dopo aver ottenuto dieci Premios Sur (tra cui quello per il miglior protagonista), ovvero il corrispettivo argentino dei nostri David di Donatello.

Tanti riconoscimenti ottenuti nonostante le forti polemiche sorte intorno al film alla sua uscita nazionale, che affronta l’argomento tabù dell’accoglienza che i paesi sudamericani hanno offerto ai criminali nazisti, prendendo denaro in cambio della libertà a persone che non hanno mai pagato per le loro atrocità. In Wakolda Mengele entra in contatto, sotto mentite spoglie, con una famiglia argentina che si sta spostando a Bariloche dove vuole riaprire un hotel di famiglia; la sua attenzione si concentra soprattutto su Lilith (Florencia Bado), la figlia dodicenne bionda, dai bei lineamenti, e poco cresciuta per la sua età. Una condizione perfetta, dal punto di vista di Mengele, per usarla come cavia. “Mi sono documentato, oltre che sul libro scritto proprio da Lucia Puenzo – spiega il protagonista – anche sulla sua biografia, leggendo le testimonianze delle donne che lo hanno incontrato nei campi di concentramento e di chi lo ha conosciuto in Argentina. Sono tutte visioni molto soggettive che offrono ritratto diversi di quest’uomo, che però secondo tutti era affabile, simpatico, amante della musica, ma non si pentì mai e rimase sempre totalmente convinto degli esperimenti che faceva e dell’ideologia nazista”.

Non è mancato però un pizzico di paura, per Alex Brendemühl, nel mettersi nella pelle di un uomo conosciuto in tutto il mondo come un mostro: “Non nego che all’inizio ero riluttante e un po’ spaventato – confessa – ma era una sfida importante per un attore, un’occasione da cogliere, e in passato ho interpretato altri ruoli borderline, ad esempio uno schizofrenico assassino. Naturalmente non potevo amare un personaggio come Mengele, ma dovevo in qualche modo difenderlo, e l’ho affrontato pensando a lui come a un uomo solo in un paese straniero, con una grande passione per la scienza”. In uscita in Italia ad aprile 2014 con Academy Two, Wakolda ora attende anche un’altra data fatidica: quella del 16 gennaio, quando saranno svelate le nomination all’Oscar, nella speranza di entrare nella cinquina del Miglior Film in Lingua Straniera.

12 Dicembre 2013

Noir in Festival 2013

Noir in Festival 2013

“Neverlake”: horror in salsa toscana e voce inglese

Opera prima di Riccardo Paoletti prodotta da Manuela Cacciamani, è una "dark tale retroattiva" nata dal successo del primo web movie realizzato per Rai Cinema: Fairy Tale. Il film, passato al Noir in Festival, racconta di un'adolescente che da New York si trasferisce ad Arezzo dal padre, vicino al misterioso Lago degli Idoli: "Un'ambientazione accattivante per gli stranieri, che amano molto la Toscana - dice la produttrice - a cui si univa l'aggancio alla realtà storica delle statuette etrusche che vi venivano gettate: molto conosciute all'estero, visto che sono esposte nei musei di mezzo mondo, oltre che un perfetto ingrediente horror"

Noir in Festival 2013

Regina Orioli, novella “scream queen” della commedia horror

L'attrice è la protagonista di Nuit Americhèn, cortometraggio di Federico Greco presentato in anteprima al Noir in Festival. Graffiante satira splatter del mondo dei registi "underground" di genere, il film è interpretato anche da Gianmarco Tognazzi, Fausto Sciarappa, Alberto Di Stasio e Francesco Scimemi. "Mi divertiva molto il doppio piano della recitazione: dovevo interpretare un'attrice cagna e insieme mostrare paura autentica", dice la Orioli, che vorrebbe lavorare con Bernardo Bertolucci

Noir in Festival 2013

“Enemy” di Villeneuve vince il Noir in Festival

Il Premio Speciale della Giuria va, ex aequo, a Wakolda di Lucia Puenzo e The Keeper of Lost Causes di Mikkel Nørgaard. La giuria ha assegnato all'unanimità il Leone Nero a Enemy, "Una pellicola perturbante, di grande tensione, che offre una nuova e originale lettura del tema del doppio". Il premio per la Migliore Interpretazione è andato all'italiano Roberto De Francesco per Neve di Stefano Incerti

Noir in Festival 2013

Lambert Wilson: “La mia storia d’amore col cinema italiano”

Appena arrivato in sala con Molière in bicicletta, il carismatico attore francese ha accompagnato al Noir in Festival Vinodentro, il nuovo film di Ferdinando Vicentini Orgnani, a 10 anni di distanza da Ilaria Alpi, secondo italiano in concorso a Courmayeur. "Ho scoperto il cinema italiano quando ero piccolo grazie a mio padre, che mi portò a Cinecittà sul set di Beatrice Cenci. Lo seguvio spesso e da adolescente mi sono innamorato a mia volta di Fellini e Visconti. Ora adoro il cinema di Garrone, Sorrentino e Crialese"


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