Si è svolto nella tenuta di famiglia a Pescaia di Grosseto l’ultimo saluto a Giorgio Albertazzi, morto a 92 anni. Nessun funerale, così come l’artista aveva chiesto. Intorno alla bara, nel parco, si sono riuniti gli amici più stretti, da Maurizio Scaparro a Oliviero Beha, da Milly Carlucci a Ornella Vanoni e Mariangela D’Abbraccio; la moglie Pia Tolomei con una rosa rossa in mano.
Albertazzi nel 2015 aveva calcato il palcoscenico del Teatro Ghione con Il mercante di Venezia, insieme a Franco Castellano, chiudendo nel segno di Shakespeare una lunga carriera teatrale iniziata proprio con un’opera del Bardo, Troilo e Cressida, nel 1949, con la regia di Luchino Visconti al Maggio Musicale Fiorentino.
Il grande drammaturgo inglese è sempre stato nel cuore di Albertazzi, al punto che nel 1964, in occasione dei 400 anni dalla nascita di Shakespeare, il grande attore ha debuttato al Teatro Old Vic di Londra in Amleto, con la regia di Franco Zeffirelli, ottenendo di entrare con una foto nella galleria dei grandi interpreti shakespeariani del Royal National Theatre, unico attore non di lingua inglese.
Ed è sempre stata il teatro la grande passione di Albertazzi, inclusa l’opera lirica, pur avendo girato una trentina di film e avendo lavorato molto in televisione, soprattutto come interprete di sceneggiati televisivi di successo quali Vita di Dante, Jekyll, Don Giovanni e Philo Vance.
Albertazzi era approdato sui palcoscenici dopo una controversa esperienza politica. Nel 1943 l’attore aveva infatti aderito alla Repubblica di Salò e nel 1945, dopo la sconfitta della Rsi, era stato arrestato con l’accusa di collaborazionismo e di avere comandato, nei giorni immediatamente precedenti la Liberazione, un plotone d’esecuzione. Era stato liberato nel 1947 grazie alla famosa ‘amnistia Togliatti’.
Al cinema Albertazzi diventa un divo quasi per caso nel 1961: lo sceglie Alain Resnais per il ruolo del protagonista in L’anno scorso a Marienbad, film che vince il Leone d’oro a Venezia e viene candidato all’Oscar. Successivamente Albertazzi lavora in Gran Bretagna (Eva di Joseph Losey), ancora in Francia (Caroline Chérie) e poi in Italia diretto da Luciano Salce in Ti ho sposato per allegria. Nel 1970 si cimenta anche come regista in Gradiva con Laura Antonelli e nella seconda parte della sua carriera lo vuole Pasquale Squitieri per Li chiamarono briganti e L’avvocato Di Gregorio del 2003.
Mattatore fino all’ultimo, Albertazzi ha partecipato nel 2014 a ‘Ballando con le stelle’, il programma di Rai1 condotto da Milly Carlucci.
“Con Giorgio Albertazzi scompare uno dei massimi interpreti del teatro e del cinema italiano contemporaneo. Attore versatile e innovativo, ha saputo unire nella sua lunga carriera tradizione e modernità – così lo ha ricordato il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella – Le sue interpretazioni dei grandi classici restano una pietra miliare nella storia dello spettacolo. Albertazzi, che ha dedicato al teatro l’intera esistenza, è stato punto di riferimento e maestro per generazioni di attori e registi”. Per il ministro Dario Franceschini “Con lui perdiamo un pilastro della storia del teatro del Novecento”.
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