La Festa sfida la paura con il red carpet per pochi

Il cuore della Festa sono i grandi personaggi, uno su tutti: Francesco Totti che parteciperà a un incontro condotto dal tifoso romanista Pierfrancesco Favino. Ma il red carpet sarà solo per 600 person


Aleggia un clima di cauto entusiasmo, se ci passate l’ossimoro, attorno alla presentazione della 15esima Festa di Roma. Una miscela di soddisfazione per avercela fatta, nonostante tutto, a portare a casa un programma ricco anche di ospiti, oltre che di film, e l’atmosfera di emergenza palpabile anche nella conferenza stampa, con i posti in sala contingentati e l’autocertificazione da consegnare all’entrata, dopo il controllo della temperatura (tra i presenti anche la presidente di Luce Cinecittà Maria Pia Ammirati).

Laura Delli Colli, presidente della Fondazione cinema per Roma, lo ribadisce più volte. La Festa è un’occasione importante, dopo la Mostra di Venezia, per riportare il pubblico in sala, quel pubblico con cui c’è un patto. “Venezia ha fatto da apripista – esordisce, rivolgendosi anche a Roberto Cicutto, seduto in platea – noi vogliamo ribadire il diritto alla vita culturale. Bisognerà osservare le regole e lo faremo grazie al protocollo condiviso con la Regione e il Ministero della Salute con tre parole d’ordine: passione, scoperta, emozione”.

Scoperta, soprattutto. E il programma messo a punto da Antonio Monda punta in modo speciale sugli esordi, soprattutto italiani. “E’ stato un anno drammatico – spiega il direttore artistico – e parlare di Festa sembra poco opportuno, eppure come fece New York nel 1929, il suo anno peggiore, quello della grande crisi, in cui vennero costruiti grattacieli importanti come l’Empire State Building, bisogna andare avanti”.

Con 17 registe e 20 prime mondiali, il cuore della Festa sono gli incontri con i personaggi, uno su tutti: Francesco Totti che rivelerà anche il suo film preferito in un incontro condotto dal tifoso Pierfrancesco Favino. E gli ospiti sono anche stranieri, dalla scrittrice Zadie Smith ai due premi alla carriera Pete Docter regista di rango della Pixar e Steve McQueen. E poi Thom Yorke, Gianfranco Rosi, John Waters, i Manetti bros. con i primi 6 minuti del nuovo atteso Diabolik e Gabriele Mainetti con un assaggio del nuovo Freaks out.

E se ci saranno ulteriori restrizioni? “Viviamo giorno per giorno e non possiamo controllare niente, speriamo che i numeri dei contagi non aumentino – scandisce Monda – I problemi ci sono: il film di Wes Anderson, che avremmo voluto, è slittato di un anno, quello di Spielberg uscirà addirittura a dicembre 2021. Le major giocano molto cautamente le proprie carte. Ma il fatto che vengano tutti questi personaggi a Roma è un segno di fiducia e contemporaneamente di volontà di rinascere. Noi puntiamo sui giovani e sul futuro”. E ancora Delli Colli rivolgendosi anche alla sindaca Raggi: “Il nostro è un impegno preso con la città. Il decreto conterrà un’ulteriore riduzione dei posti occupabili nelle sale, ma l’obiettivo finale è dare una mano a un’industria in forte sofferenza”. Nel concreto per evitare assembramenti – come spiega Francesca Via – non si potrà accedere all’Auditorium Parco della Musica se non con un titolo valido, accredito o biglietto. Il red carpet, commentato dalle musiche di Ennio Morricone, sarà visibile dalla cavea a cui si accederà dal retro e dove ci saranno 600 posti al massimo, sempre su prenotazione. E poi le location moltiplicate sul territorio, con il cosiddetto Distretto Fiume, che comprende le quattro sale del Savoy e il cinema Europa, mentre il Macro ospiterà i Duelli.  

05 Ottobre 2020

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