‘Noi siamo leggenda’: super teenager con superproblemi

La sezione Movie di Lucca Comics & Games 2023 chiude con una grande presentazione di 'Noi siamo leggenda', serie targata Rai diretta da Carmine Elia, regista di 'Mare Fuori' e 'Sopravvissuti'.


E’ ideata da Valerio D’Annunzio e dal compianto Michelangelo La Neve – grande autore di fumetti, tra l’altro, famoso per il bonellide ‘ESP’ – e prodotta da Nicola e Marco De Angelis, coproduzione Rai Fiction e Fabula Pictures in collaborazione con Prime Video.

Nel cast Emanuele Di Stefano, Nicolas Maupas, Giacomo Giorgio, Beatrice Vendramin, Giulio Pranno, Valentina Romani, Milo Roussel, Sofya Gershevich, Margherita Aresti, Giulia Lin, Claudia Pandolfi, Antonia Liskova, Lino Guanciale.

Va in onda in sei serate da mercoledì 22 novembre in prima serata su Rai2.

A Lucca viene mostrato il primo episodio.

Si tratta di un racconto di formazione fantasy, canovaccio oggi in gran voga, si veda anche l’analogo Mimì – Il principe delle tenebre di Brando De Sica, proiettato proprio ieri qui a Lucca.

Ma nonostante il titolo riecheggi Matheson, non si tratta di horror e di vampiri.

Al centro della serie, le storie di un gruppo di adolescenti di Roma, che hanno enormi problemi, ma possono contare su immensi poteri. Questi ultimi sono in grado di capovolgere le loro vite, mettendoli davanti ai loro limiti, ai loro doveri e alle loro responsabilità, come nella miglior tradizione Marvel dei “supereroi – possibilmente giovani – con superproblemi”.

E  i superpoteri fungono da perfetta metafora delle difficoltà e delle possibilità da cogliere, attraverso le proprie potenzialità.

La conferenza stampa di presentazione è affollata e corale.

Il primo a parlare è Michele Zatta, in rappresentanza di Rai Fiction, che porta i saluti della direttrice Maria Pia Ammirati. 

“Il pensiero – dice innanzitutto  – va a chi qui, vicinissimo da noi, in questi giorni ha perso tutto. La serie è originale e sfidante per la Rai. La cosa di cui sono orgoglioso è che in questi anni Rai è stato il broadcaster che meglio è riuscito a parlare ai giovani. Ne sono contento. Nel momento in cui consolidiamo il rapporto con loro si garantisce il futuro. E’ una serie di supereroi, ma raccontata in modo realistico. Vedrete e giudicherete voi se abbiamo vinto o no la scommessa. Qui c’è il cast dei giovani ma anche gli adulti sono grandiosi, da Claudia Pandolfi a Lino Guanciale, e Carmine  è un genio. La struttura è “a piramide rovesciata”. Nella prima puntata vedrete solo due protagonisti, e poi man mano arriveranno gli altri”.

Seguono naturalmente le considerazioni del regista: “Alcuni dei ragazzi avevano già lavorato con me. In questo set ci interessava raccontare il rapporto tra adulti e adolescenti. Siamo in un paese di vecchio, io vengo considerato un giovane regista a 56 anni e con tutte le mie rughe. I ragazzi hanno dato a me più di quanto io abbia dato loro. In un contesto televisivo e sociale dove raccontare questo strappo generazionale è scomodo, perché bisogna rivelare che il mondo degli adulti non è edificante. Il tema è analogo a quanto visto in Mare fuoriL’adolescenza è la conquista della consapevolezza. Cosa accade ai ragazzi che hanno poteri? Chi non vorrebbe cambiare, o tornare indietro nel tempo, o essere invincibile, o far resuscitare qualcuno? Sono però poteri dell’interiorità che esprimono rabbia, forza e paura di crescere. Quando si è adolescenti è sempre chiaro cosa non si vuole essere – di solito i nostri genitori – ma è meno chiaro cosa si vuole diventare. E queste difficoltà si superano facendo gruppo e mettendosi insieme”.

Ciascuno dei ragazzi poi dice la sua: “Massimo è un ragazzo che non ha ancora risposto alle domande che bisogna affrontare per crescere – dice Emanuele Di Stefano – ho dovuto farmi spaesato e impaurito. La perdita della madre lo caratterizza e lo segna. Gli manca l’ancora che la madre ha sempre insegnato, nei momenti di tensione e conflitto, di abbassare la testa piuttosto che confrontarsi. Ora la strada deve trovarsela lui”.

Milo Roussel interpreta Andrea, nato con una malformazione al cuore: “Non può vivere come gli altri, fare sport, provare emozioni forti. E’ triste, ma i suoi amici gli stanno accanto. Si è rifugiato nella musica, la sua famiglia lo ha sempre supportato, soprattutto il fratello maggiore, che gli fa da esempio”.

Sofya Gershevich è  Greta, tedesca: “A uno sguardo superficiale ha una vita perfetta: viaggia, ha una bella famiglia, sorride sempre, è solare, ma scavando in profondità ha un trauma familiare che ha rotto un equilibrio. Si sente in colpa, deve combattere con questo sentimento. Il suo essere socievole riempie un vuoto che ha dentro. E’ figlia di ambasciatrice, viaggiare è bello, ma doversi ogni volta adattare a un nuovo posto per un adolescente è complesso. Ma infine si abitua a ciò che le capita e si apre veramente”.

Nicolas Maupas, attore bilingue, dà il volto a Jean, un ragazzo italo francese: “Ho usato finalmente il mio bilinguismo. Jean è solo perché vuole essere solo, ha una visione unica, che non ammette consigli dei genitori. Lui dovrà imparare ad ascoltare. Quando comincerà a capire che il mondo non ruota intorno a lui sarà finalmente disposto a crescere. Se Greta è il sole, Jean è la luna, i due sono amici e il gruppo si formerà attorno alla musica. Ha un grande carico emotivo, l’ho amato dopo, a fatica”.

Terzo apporto internazionale al cast è Giulian Lin che interpreta… Lin! “Il nome è facile – dice – ma Lin deve superare l’ostacolo del bullismo per trovare sé stessa nell’amore e soprattutto nell’amicizia. Serve a ricordare a tutti quanto è importante avere il sostegno degli amici”

Giacomo Giorgio è Nicola, un personaggio che non ha superpoteri: “è un ragazzo della porta accanto, figlio di una famiglia della porta accanto, che si vuole bene. La cosa interessante è stata quella di cercare, in questa situazione ordinaria, dove può stare lo straordinario. Come si può essere eroi e leggende nella vita di tutti i giorni, in assenza di poteri speciali. I veri superpoteri li ha Carmine come regista, sa creare unione tra le persone, un’unione che supera la macchina da presa”.

Beatrice Vendramin è la “bulla” Sara: “pensa di essere la più bella, fidanzata col più bello della scuola, questo la fa sentire forte, la fa sentire potente tra i corridoi della scuola. Il mio punto di contatto col personaggio è che in realtà lei è fragile, sensibile, quella è solo una facciata, ma dentro di sé è una normale adolescente che cerca solo di essere amata e dovrà affrontare una sfida”.

Giulio Pranno è Marco: “Anche lui non ha poteri, ma è l’unico che li avrebbe voluti, perché ha a che fare con il mondo dei fumetti e dei supereroi, e non aver ricevuto il potere gli pesa. Ma in verità ha un potere: è un vero amico, sa perdonare, è il più maturo, lucido e razionale del gruppo, e riuscirà a usare la sua maturità per muovere le fila degli eroi allo sbaraglio, come Charles Xavier negli X-Men. Alla fine cerca solo di essere apprezzato dagli amici”.

Margherita Aresti è Viola: “Può sembrare sicura di sé, forte, coraggiosa, ma come tutti gli adolescenti ha la sua fragilità. Ha un contrasto forte con la madre, anche se non lo mostra come debolezza, così come l’abbandono del padre. E’ veramente un’anima spezzata e con suo fratello gemello Marco ha un rapporto conflittuale, ma nel profondo si vogliono bene e si supportano”.

“Quando si nasce si piange – commenta il regista – perché si viene fuori da un ambiente sicuro in un mondo estraneo. L’adolescenza è la seconda fase più difficile, come una seconda nascita. Racconto una società e una società va svecchiata. L’archetipo della tragedia greca è l figlio che vuole uccidere il padre. Io ho tre figli, in realtà spero che non mi uccidano o si troverebbero pieni di debiti. Ma nella nostra società, dove la cultura viene messa in secondo piano, vendono l’audiovisivo come un prodotto. Per me non lo è, è un progetto. Raccontare i giovani significa dargli la forza di capire che sono loro che devono cambiare la società dall’interno. Shakespeare scriveva di adolescenti. Lo erano Romeo e Giulietta, lo era Amleto. L’idea è di dare ai ragazzi gli strumenti per poter cambiare una società che non è esattamente positiva”.

Alcuni degli attori e regista condividono ovviamente l’esperienza di Mare Fuori: “E perché dovremmo distaccarci da quella serie? – commenta saggiamente Giorgio – se è andata bene ed è amata, è giusto tenerla in considerazione ancora oggi”.

 

 

 

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