L’appello di Anec Lazio alla sindaca Raggi

250 schermi da marzo a maggio perderanno 2,5 milioni di spettatori e 15 milioni di box office, ma soprattutto saranno gli ultimi a poter recuperare una graduale normalità


L’Anec Lazio lancia un accorato appello alla sindaca Virginia Raggi e al vicesindaco Luca Bergamo. Tra le richieste la soppressione delle imposte locali: “I cinema sono chiusi e noi esercenti con i nostri lavoratori stiamo forzatamente a casa nella speranza sempre più remota di riportare gli spettatori nelle nostre sale a vedere un film. Come tanti imprenditori italiani siamo solidali con il Paese, restiamo a casa per contenere il contagio, ma proprio da qui continuiamo a combattere la nostra sfida per la sopravvivenza che non è certo nata con il Covid-19. Infatti, avremmo bisogno che l’amministrazione Capitolina, che ha la co-responsabilità di portarci fuori da questa tempesta, senta il dovere di ascoltare le nostre preoccupazioni e le nostre idee, come chiediamo da mesi, ed è per questo che in un momento così drammatico, diventa intollerabile l’atteggiamento ed il silenzio della Sindaca Virginia Raggi e del vicesindaco Luca Bergamo, che non solo non mostrano attenzione per il ‘settore culturale privato’, ma ritengono addirittura superfluo rispondere alle nostre continue richieste di ascolto. Eppure la Politica è ascolto, confronto dialogo! Non è solo mancanza di rispetto, ma soprattutto l’omissione grave di un dovere. Un silenzio assordante, un’inaccettabile indifferenza che si protrae ormai da mesi. Non è un caso che sotto la guida della Sindaca Raggi a Roma abbiano chiuso molte sale cinematografiche alcune anche storiche come il Maestoso, il Royal, il Reale, il Gregory, l’Alcazar, l’UCI Marconi, il Galaxy e il Fiamma, un chiaro segnale di quanto agli attuali ‘governatori’ di Roma interessi poco o nulla la salvaguardia del nostro straordinario patrimonio d’ imprese culturali, che come qualche giorno fa l’Assessore Bergamo ricordava su un quotidiano, rappresentano un solido e dinamico baluardo al progressivo degrado socio-economico della nostra Capitale. A cosa servono i proclami sulla richiesta di attenzione per il ‘settore culturale’, con enunciazione di dati su quanto PIL genera per la Città di Roma, se non accompagnati da scelte coerenti ed azioni concrete? Ora è arrivato il momento di dire basta! Non stiamo parlando di crisi o di contrazione del mercato, stiamo parlando della sopravvivenza di circa 250 schermi che da marzo a maggio perderanno 2,5 milioni di spettatori e 15 milioni di box office, ma soprattutto saranno gli ultimi a poter recuperare una graduale normalità, sacrificando nel frattempo migliaia di posti di lavoro.

La Sindaca e ancor prima di lei il vicesindaco, nonché assessore alla “Crescita Culturale”, investito della tutela del nostro settore, devono aprire immediatamente un tavolo di confronto con la nostra categoria per sostenere la sopravvivenza delle sale cinematografiche, ascoltando le nostre richieste e ciò di cui abbiamo bisogno. Conosciamo meglio di tutti i nostri problemi e non sappiamo che farcene di promesse improbabili e di future prebende, di aiuti inadeguati e perlopiù tardivi, abbiamo bisogno di interventi semplici, rapidi ed efficaci, di programmare il nostro futuro prossimo e di abbattimenti fiscali, che non saremo in grado di onorare senza poter svolgere le nostre attività”.

15 Aprile 2020

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