Kirikù e gli animali selvaggi


Kirikù e gli animali selvaggiUn film semplice, leggero, pensato e costruito a misura di bambino: è la seconda avventura che ha per protagonista il piccolo genietto contro la strega Karabà, Kirikù e gli animali selvaggi diretto da Michel Ocelot (vedi l’intervista al regista) in sala dal 21 dicembre in 150 copie grazie a Mikado.

 

La pellicola d’animazione 2D, ispirata a una storia africana su un bambino che chiede alla mamma di nascere ancor prima di essere concepito, è stata presentata ieri in anteprima presso l’Auditorium di Roma a un nugolo di oltre 600 ragazzi di 20 scuole medie capitoline. La reazione fa presagire un’accoglienza positiva da parte del pubblico più allargato verso questo eroe piccino e molto intelligente, protagonista di una storia ambientata in un villaggio non bene identificato dell’Africa.

 

“Il cinema d’animazione esiste da 70 anni eppure mai nessun film aveva avuto per protagonista una persona di colore con ambientazioni africane – racconta il regista –  Questo è uno dei motivi che mi ha spinto a pensare e girare una storia del genere. Poi c’è anche il fatto che quando ero piccolo ho seguito la scuola in Guinea. Ho solo che ricordi magnifici di quel periodo”.

 

Il primo film ha procurato incassi record in Francia, ma buoni incassi anche in Italia. Distribuito con pochissime copie senza alcun battage pubblicitario nel 1998, nel nostro paese Kirikù e la strega Karabà ha guadagnato 2 miliardi di vecchie lire.

 

Il seguito è nato invece un po’ casualmente: “Non avevo intenzione di girare un secondo episodio ha continuato il regista – Il progetto è venuto fuori poco a poco. Mi hanno chiesto di scrivere quattro piccoli racconti intorno a Kirikù che hanno riscosso un grande successo in libreria”.

 

Da lì l’idea di portare queste storie sullo schermo in forma di cortometraggi per la tv prima e di lungometraggio per il cinema poi: “Inizialmente avevo delegato una mia collaboratrice a realizzare due cortometraggi per la tv poi nel giro di 18 ore ci siamo detti perché non farne 4 di cortometraggi con l’uscita in dvd e da lì al film per il grande schermo il passo è stato breve.  Quando si è cominciato a parlare di cinema mi sono detto ‘faccio io la regia’. D’altronde ‘Kirikù c’est moi’ e quindi solo io posso riuscire a farlo parlare”.

 

Il primo film, che ha vinto il British Animation Award come migliore lungometraggio d’animazione, era stato criticato, e rifiutato, dalle televisioni inglesi per la nudità esibita dei corpi: “Ma Kirikù è molto coraggioso e poco a poco ha fatto importanti conquiste” tra cui la segnalazione nella classifica britannica dei primi 100 film per famiglie. Kirikù, sia il primo che il secondo episodio, sarà inoltre proiettato al Moma di New York a febbraio 2006.

 

Il regista sta intanto preparando il suo prossimo film: “Il titolo provvisorio è Azur et Asmar. Questa volta il lungometraggio inizierà con dei seni di una donna di pelle scura in azione che nutrono un neonato di pelle chiara. Il film avrà una parte in arabo che non sarà sottotitolata né doppiata, né nella versione francese né in quella italiana”.

 

Protagonisti Azur, un bambino biondo con gli occhi azzurri, e Asmar, un bambino scuro. I due si amano e si combattono vicendevolmente: “E’ prima di tutto una favola divertente che ha però per oggetto le due condizioni di immigrato e cittadino – chiarisce il regista – Una favola sull’occidente che tenta la civilizzazione islamica, ma Azzurro, lo dice il suo stesso nome, contiene in sé radici arabe”.

 

Il film, una coproduzione tra Francia, Spagna e Italia sarà ambientato durante l’alto medioevo, nel periodo di massima civilizzazione islamica, cioè tra l’8° e l’11° secolo: “Con Azur et Asmar cerchiamo di essere pronti per Cannes 2006″.

14 Dicembre 2005

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