Attesissima dopo l’anteprima a Toronto, arriva alla Festa di Roma 2023 l’ultima fatica del maestro dell’animazione giapponese Hayao Miyazaki, ormai 82enne, per Studio Ghibli. Precisamente, si tratta di una delle proiezioni di punta di Alice nella Città 2023.
Sebbene Miyazaki avesse ventilato un suo ritiro dopo Si alza il vento, è innegabile che avesse ancora qualcosa da dire e Il ragazzo e l’airone, precedentemente noto con il titolo di E voi come vivrete?, rappresenta per certi versi proprio l’inversione dei paradigmi presentati nei suoi lavori precedenti.
In un’intervista, il produttore Toshio Suzuki ha dichiarato che Miyazaki stava lavorando a questo film come un regalo per suo nipote, un modo per comunicargli che “Il nonno se ne andrà presto nell’aldilà, ma lascerà dietro di sé questo film”. Questo gesto è stato anche considerato un dono per gli artisti delle future generazioni.
Si tratterà, dunque, presumibilmente del suo ultimo film, forse il suo canto del cigno – o dell’airone, a questo punto – e si configura come un’aggiunta più gentile e lenta, seppur altrettanto profonda, al suo canone tradizionale. Miyazaki, comunque, ha dichiarato ufficialmente di avere anche altre idee per pellicole future, quindi non si può mai dire.
Il canovaccio ci è familiare: Mahito, un ragazzino di 12 anni, fatica ad ambientarsi in una nuova città dopo la morte della madre. Tuttavia, quando un airone parlante lo informa che sua madre è ancora viva, entra in un mondo fantastico alla sua ricerca. Il protagonista è un giovane che scivola, come tanti protagonisti di Miyazaki, in un mondo libero dalla mortalità, impiega il suo tempo per prendere slancio. Nel frattempo, è preoccupato per coloro a cui non resta più tempo.
Come sempre le anatomie umane e animali sono libere di scambiarsi, mentre l’industria e la natura diventano armoniose in modi inaspettati e incredibili. Un’alternativa favolistica agli ibridi cronenberghiani, se vogliamo, con animali antropomorfi, piccole nonnine con proporzioni facciali sproporzionate e tutto quello che ci si aspetterebbe dal contesto.
Il film è già un successo al botteghino in patria, dove è stato rilasciato a luglio senza promozione anticipata, il che ha contribuito all’esplosione. C’è un precedente letterario, romanzo del 1937 di Genzaburo Yoshino, ma più che esserne una diretta trasposizione, il film lo utilizza, facendolo comparire all’interno della narrazione, il che diventa anche il portale per la dimensione autobiografica del film, dato che diventa chiaro che Mahito è un qualche modo un giovane Miyazaki.
Si inizia con un evocativo, straziante e onirico inizio, interrotto da sirene che ci riportano direttamente alla visione della seconda guerra mondiale.
E’ realismo magico, bellezza. Come in Allende o, se vogliamo, in Del Toro
Miyazaki ha già esplorato il dolore e l’aldilà in passato. È un regista ossessionato e in pace con tali pensieri per tutta la sua carriera, il che forse è il motivo per cui ogni film è posizionato come se fosse la sua ultima opera. Ma nessuno prima d’ora si è avvicinato a ciò che Il ragazzo e l’airone cerca di fare, portando l’introspezione cinematografica a nuove profondità. Il risultato oscilla sul filo del rasoio dell’eterna incertezza, proponendo un’odissea che inizia in un territorio familiare e finisce nell’oblio, dominato dalla logica del sogno lungo il suo corso.
Il film esce con Lucky Red il 1° gennaio.
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