Un’epica battaglia o una dolce storia d’amore? La seconda giornata della 10ma edizione di INCONTRI, annuale Film Conference di IDM Alto Adige, si è conclusa con il panel Epic Battle or Sweet Romance? – How Cinema and Streaming can coexist and prosper, per il quale sono intervenuti, tra gli altri, il neo AD di Istituto Luce Cinecittà Spa, Nicola Maccanico, e Andrea Occhipinti (CEO di Lucky Red e co-fondatore di MioCinema).
Argomento di discussione è stato, come da titolo, l’incontro/scontro tra il mercato cinematografico improntato alla sala e quello delle piattaforme in streaming. Un conflitto che può e deve diventare un’opportunità, perché da esso dipendono le sorti dell’audiovisivo.
La parola chiave, individuata da Nicola Meccanico, è stata flessibilità: “La pandemia ha in qualche modo accelerato i processi che già tutti conoscevamo. La flessibilità è il futuro. Il business delle sale deve cambiare, perché tutti abbiamo bisogno delle sale. Ne hanno bisogno anche le piattaforme, che non possono solo produrre film originali se non hanno alle spalle un’industria cinematografica sana. Le sale devono convincersi del fatto che sopravvivranno. E non lo faranno perché avranno tutti i film in esclusiva, ma perché l’esperienza del cinema è qualcosa di cui tutti abbiamo bisogno. Ma dobbiamo migliorare questa esperienza con film migliori e sale migliori. La pandemia ci ha dato l’occasione di fermarci e ripensare l’intero sistema. Ora che siamo ripartiti abbiamo bisogno delle sale come ne avevamo in passato, ma in una maniera più flessibile, con nuove regole, che non siano scritte nella sabbia. La programmazione deve essere flessibile e deve essere in grado di creare un forte legame con gli spettatori. E questo deve essere fatto sia dalle piattaforme che dalle sale”.
In questo meccanismo, Istituto Luce Cinecittà Spa dovrà avere un ruolo chiave: “Ho fiducia in tutta l’industria cinematografica. – continua Maccanico – Il progetto di dare a Cinecittà una nuova modernità è strettamente legato all’industria nel suo complesso, a partire dalla qualità dei film. Questo è il momento giusto per raggiungere gli obiettivi che ci siamo preposti. Credo che ora siamo in grado di farlo: abbiamo il vento alle nostre spalle e non parlo solo di Cinecittà, per la quale abbiamo comunque un piano davvero solido. La storia di Cinecittà è cambiata qualche anno fa, quando è tornata a essere pubblica. Ora è un momento davvero unico perché per la prima volta abbiamo incentivi pubblici molto competitivi, abbiamo un importante piano di investimenti che darà a Cinecittà un nuovo standard di innovazione tecnologia come mai negli ultimi 30 anni. L’idea è quella di avere sale più numerose, più grandi e con migliori servizi. Unendo tutto ciò a una crescita delle produzioni, saremo in grado di dare un valore di contemporaneità a un brand estremamente riconosciuto e affascinante, ma finora troppo connesso al passato”.
“La flessibilità è molto importante – commenta Andrea Occhipinti – ma deve andare in ogni direzione perché non tutti i film sono uguali. Alcuni film, ad esempio, possono avere fortuna se prima trasmessi su piattaforma, dove raggiungono il successo, per poi arrivare in sala. Ogni film ha una storia diversa. I distributori e gli esercenti si sono molto preoccupati nell’ultimo periodo, perché è molto importante per loro che i grandi film restino in sala per diverse settimane. Io credo che non ci sia bisogno di preoccuparsi, perché siamo animali sociali e abbiamo bisogno di spazi dove incontrarci e socializzare, e andare al cinema risponde a questa esigenza. Per questo non voglio dire che i cinema sopravviveranno, ma che prospereranno, solo però se riusciremo a impostare le giuste condizioni. Dobbiamo trasformare le sale in luoghi in cui vivere delle grandi esperienze, che ti spingano ad andarci, offrire diversi contenuti: dal documentario al film per famiglie”.
In tal senso andava la creazione di MioCinema: “La piattaforma è nata un anno fa, durante il lockdown. Volevamo creare una community per persone che soffrivano il fatto di non potere andare al cinema e offrire loro quei film che avrebbero dovuto essere rilasciati. E, al tempo stesso, creare un dialogo tra le sale e il loro pubblico. L’obbiettivo era tenere assieme tutti questi aspetti: gli esercenti, gli spettatori e i film che non potevano essere rilasciati in sala.”
Il panel ha potuto godere anche degli interventi di Anita Elsani (elsani film / elsani & neary Media) e Philipp Hoffmann (Rushlake Media).
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