Tra tutti i premi lizza per gli Academy Awards, due soli sono dedicati a dei generi specifici, o meglio alle tecniche con cui vengono realizzati: sono i premi Oscar al Miglior documentario e al Miglior film animato. Fuori dallo spettro del classico film di finzione, queste due tipologie di lungometraggi sanno regalare spesso grandi emozioni, tanto da entrare in rari casi in lizza per il Miglior film. Quest’anno nessun titolo è riuscito in quest’impresa, rendendo la sfida ancora più combattuta e e appassionante, soprattutto per chi sceglierà questi film per completare le proprie squadre del FantaOscar di CinecittàNews.
I giochi sono apertissimi, in particolare, nella categoria documentaristica, dove non esistono favoriti particolari. Forte della vittoria ai Bafta, ai PGA, del premio del pubblico del Sundance, e di tantissimi altri riconoscimenti, in pole position parte 20 Days in Mariupol di Mstyslav Chernov, che porta una tematica cara al pubblico americano, quello della guerra in Ucraina. Subito dietro piazziamo alla pari due film: il vincitore del premio della critica al Sundance The Eternal Memory della cilena Maite Alberdi, che ripercorre la toccante storia d’amore tra l’attrice Paulina Urrutia e il giornalista Augusto Góngora alle prese, con l’incalzante degenerare dell’Alzheimer; e Les Filles d’Olfa di Kaouther Ben Hania, che, fondendo realtà e ricostruzione scenica, ripercorre la radicalizzazione di due adolescenti che si uniscono all’Isis, dal punto di vista di sua madre. Il film franco-tunisino si presenta con una serie di importanti vittorie tra cui quelle ai César e agli Independent Spirit Awards. Decisamente più indietro troviamo il canadese To Kill a Tiger, incentrato sulla lotta di una famiglia indiana per avere giustizia, dopo lo stupro della figlia adolescente, e il biopic Bobi Wine: The People’s President, apprezzato dall’Academy ma snobbato per la maggior parte dei premi internazionali.
Qui la bagarre si restringe di molto, causa la colpevole mancanza di titoli rilevanti da parte di Disney e Pixar. Il deludente Elemental, insieme al brioso Nimona e al sorprendente Robot Dreams faranno, infatti, da spettatori alla sfida all’ultimo sangue tra i due film d’animazione nettamente più apprezzati dell’anno: Il ragazzo e l’airone e Spider-Man: Across the Spider-Verse. Il sequel dello straordinario cinecomic già premiato all’Oscar nel 2019 ha tutte le carte in tavola per aggiudicarsi la statuetta e ha già avuto la meglio in questo stesso duello ai Critic’s Choice Awards e agli Annie Awards; di contro l’ultimo capolavoro di Hayao Miyazaki ha già vinto i Golden Globe e i Bafta ed è il perfetto candidato per regalare una seconda statuetta allo studio Ghibli a vent’anni dalla vittoria de La città incantata.
Dedichiamo una breve riflessione anche alla categoria del Miglior film internazionale, dove la scellerata scelta del comitato di selezione francese di candidare come titolo transalpino The Taste of Things (La Passion de Dodin Bouffant) a discapito del celebratissimo Anatomia di una caduta (candidato a ben cinque premi Oscar tra cui Miglior film e Miglior regia) mette quasi matematicamente la statuetta nelle mani di Jonathan Glazer con il suo La zona d’interesse. Improbabile che un film candidato in tutte le categorie principali non ottenga la vittoria come Miglior film internazionale, con buona pace di Matteo Garrone e il suo splendido Io Capitano, così come dei meritevoli Perfect Days, La società della neve e La sala professori.
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