Giovanni Davide Maderna


Giovanni Davide MadernaGiovanni Davide Maderna arriva a Locarno, in concorso nella sezione Cineasti del presente, con un film dal titolo che incute timore revenziale: Schopenhauer. Anche durata e modello produttivo sono inusuali: 65 minuti e un budget di nemmeno 100 mila euro sponsorizzato dall’Associazione Filmmaker, Lanscape Film e la Provincia di Milano. Schopenhauer, tempi dilatati e dialoghi scarni, è la storia di due studenti universitari dalla vita precaria (lei ha ambizioni letterarie, lui ha appena cominciato la transizionsessuale). Vanno a trovare un sorta di vecchio guru che vive in isolamento in una villa, abitata anche da due discepoli. Il vecchio compare solo alla fine ma quel viaggio cambia le loro vite.

 

“I materiali di base di un filmaker sono le locations, gli oggetti, i tratti fisici e caratteriali degli attori e le registrazioni sonore. Usando questi elementi si crea una storia, non viceversa” dice Maderna, autore dei lungometraggi Questo è il giardino, premiato a Venezia 1999, e L’amore imperfetto. Per Schopenhauer (il titolo viene da una citazione) è partito da una casa in vendita. Quel luogo mi ha suggerito che chi ci abitava era un personaggio solitario, in ritiro da mondo. Non esiste sceneggiatura solo uno storyboard a cui alla fine ho aggiunto dei dialoghi, un metodo che usato ai tempi dei primi cortometraggi. Il tema della crisi è forte ed è anche il nocciolo produttivo del film ma tutto è iniziato dalla casa spiega il regista, anche interprete di un personaggio importante.

 

Maderna è polemico con il sistema-cinema italiano: “Questo film è nato come reazione ad una situazione produttiva deprimente.Da mesi lavoravo ad un film che veniva rinviato di continuo, era snervante. Cosi’ sono passato a Schopenhauer lavorando in totale autonomia dai soliti canali”. Ha trovato una partner preziosa della produttrice Gabriella Manfré. Insieme hanno creato la società di produzione Invisibile con cui vorrebbero produrre anche progetti di altri registi. Schopenhauer non ha una distribuzione italiana ma il regista è deciso: “Se significa tenere il film in sala per tre giorni senza investimenti nella promozione, neppure mi interessa trovarla. Preferisco cercare un accordo con gli esercenti. A Roma e Milano si può”.

07 Agosto 2006

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