CANNES – Sembra un film sulla guerra, è un film sulla spiritualità, una riflessione meditativa sull’esistenza.
Per I dannati (The Damned) di Roberto Minervini – coproduzione Italia, Stati Uniti e Belgio, in Concorso nella sezione Un certain regard – siamo nella guerra di Secessione americana, corre l’anno 1862 quando l’esercito degli Stati Uniti invia nell’Ovest una compagnia di soldati volontari a pattugliare quelle lande inesplorate: qual è per l’essere umano il senso di una missione? Sono in gioco il senso di Patria e il senso della vita.
Due lupi s’avventano su una carcassa, ne arrivano altri: da quell’animale esanime strappano fuori le budella, la creatura viene smembrata; per quanto sia una prassi del ciclo della Natura, per Minervini sembra un simbolo questa prima sequenza, che introduce al lento e introspettivo riflettere degli uomini – lì mandati a mappare il territorio – sulla consistenza del valore dell’impegno e sulla propria libertà. Ricorrono fondamentali discorsi sull’importanza della famiglia, del proprio Paese, di Dio.
Infatti, questa missione è anche l’occasione per un confronto tra generazioni – perché, per esempio, ci sono un padre e i suoi due figli, nemmeno maggiorenni, insomma poco più che bambini potremmo dire -, e a uno di loro, 16enne, un altro soldato insegna a usare la pistola, che quello aveva già utilizzato, sì, ma per sparare a conigli e scoiattoli, non a esseri umani.
Lì, in questo luogo che sembrerebbe dimenticato dal Signore e dagli uomini, succede che il gruppo improvvisamente sia attaccato da forze militare avverse: lo scontro a fuoco è unico e intenso, non fa sconti, così al campo base i sopravvissuti tornano con i cadaveri dei compagni e mentre ci si lava al fiume non si può fare a meno di piangere. Il decano resta con i feriti, mentre quattro compagni partono a dorso di cavallo per una spedizione verso il valico ed è questa parte del “viaggio” a far addentrare nell’aspetto interiore e più profondo della riflessione intima, spirituale appunto: c’è un passaggio parlato del film che restituisce la chiave del pensiero, quando uno di loro dice che “non uccidere è un comandamento – dunque un’indicazione dettata dalla Fede -, eppure affermiamo di far bene facendo la guerra … abbiamo superato la linea”, chiosa l’uomo, con queste parole indicando come si creda… di sapere la differenza tra bene e male, ma è davvero così?
Un altro passaggio di alta riflessione è quando il più piccolo del gruppo ammette di essere “ancora troppo giovane per sapere cosa sia un Uomo”, e l’adulto lo incoraggia: “bisogna saper aspettare, avere pazienza … diventi un Uomo quando perdoni te stesso e gli altri”.
I dannati esce nelle sale italiane dal 16 maggio distribuito da Lucky Red.
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