Francesco Munzi: “Un’idea di cinema e un’idea di mondo”

Abbiamo intervistato l'autore di Anime nere all'indomani delle 16 candidature ottenute al David di Donatello. "E' bello che, partendo da un film soltanto, si possano avere risultati tanto forti"


“Sono molto felice, soprattutto per i miei collaboratori perché questo film è frutto di un grande lavoro di squadra”. Così Francesco Munzi ha commentato l’annuncio delle candidature della 59esima edizione dei David di Donatello: ben 16 nomination al suo film Anime nere, nelle diverse categorie (da miglior film, regista, sceneggiatura, produzione, a miglior attore e attrice protagonista, passando per scenografia, costumi, trucco, montaggio, fino alla canzone originale). Tratto dall’omonimo romanzo firmato Gioacchino Criaco il film – ritratto vibrante di una famiglia criminale e delle scintille di onestà che tentano di resistere al suo interno – uscirà in Inghilterra il 12 giugno, dopo essere stato distribuito in Italia da Good Films e presentato in anteprima alla scorsa Mostra di Venezia.

Soddisfatto del successo anche internazionale di Anime nere?
E’ stata una grande sorpresa. Sin dall’inizio: essere selezionato a Venezia, aver ricevuto già lì un’accoglienza positiva, poi il riscontro internazionale di critica e vendite in tanti Paesi. Ogni settimana ricevevo buone notizie, non immaginavo fosse accolto bene anche in America, territorio in genere abbastanza difficile. Poi l’esperienza del Toronto Film Festival, l’uscita del film negli Stati Uniti, i contatti fatti a Cinema Italian Style a Los Angeles: davvero bello che, partendo soltanto da un film e da nient’altro, si possano avere risposte tanto forti.

Si è fatto un’idea del perché il suo film continui a riscuotere apprezzamenti? Cos’è che convince lo spettatore?
Probabilmente lo sguardo interno ad una famiglia senza mai un giudizio moralistico sulle cose, ma con una netta separazione tra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato.

La verità: quante volte ha rivisto Anime nere?
Tolte le proiezioni obbligate non ho voluto più rivederlo. Ricordo con emozione la prima proiezione in Calabria, dove il film è stato girato, avevo abbastanza paura invece l’esame andò bene: era fondamentale che apprezzassero lo sguardo del film, nonostante parlasse di cose fastidiose dal loro punto di vista.

In fase di riprese ha mai avuto problemi, magari logistici?
No, è stato faticoso solo l’avvicinamento: Africo è un paese molto chiuso, anche io leggevo cose abbastanza spaventose di cronaca nera su quella zona della Calabria. Poi però ci siamo incontrati con gli abitanti del paese nel territorio della finzione: mettere in scena una storia inventata, benché somigliante a tante altre storie, è diventato un modo per farlo sentire il loro film, dove loro stessi si mettevano in gioco. Una volta che l’hanno appoggiato sono stati molto generosi, alla fine è stato più difficile girare a Milano che in Calabria.

Come valuta lo stato di salute del nostro cinema?
Sono cresciuto nella lamentela continua che è difficile fare cinema, cosa verissima, sempre più vera nella misura in cui le risorse a disposizione per il cinema sono sempre meno. In più c’è un cinema da botteghino che si produce sempre più: commedie non sempre di qualità. Nonostante tutto questo credo ci sia una sacca di registi e produttori che produce un cinema interessante e forte, ben seduto nei Festival più importanti del mondo e capace di circolare all’estero con ottimi risultati.

Qual è la sua concezione personale di cinema?
Considero il cinema una doppia finestra, sul mondo e dentro te stesso: se permetti entrambi i viaggi fuori/dentro allo spettatore e riesci a restituirne la sintesi vuol dire che hai fatto un grande film.

Il prossimo film, dopo un simile successo, sarà complicato. Cosa ha in mente?
Ho letto molti romanzi, saggi, ci sto lavorando. La realizzazione di Anime nere è terminata a metà agosto scorso, e da settembre abbiamo iniziato una promozione che ancora non è terminata. Per decidere di fare un film devono scattarmi due chiavi di lettura insieme: un’idea di cinema che racconti un’idea di mondo. Innamorarmi di una storia è l’unico modo per trasmettere emozioni al pubblico. E io ci metto un po’ a innamorarmi. 

12 Maggio 2015

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Anime nere fa il pieno di David (nel segno di Tarantino)

Quentin Tarantino, con il suo amore, da sempre dichiarato per il cinema italiano, e specialmente per il cinema di genere, è stato il nume tutelare di questa 59esima edizione del David di Donatello che ha incoronato, un po' a sorpresa, Anime nere di Francesco Munzi vincitore di nove statuette (miglior film, regista, canzone originale, produttore, fonico di presa diretta, fotografia, montatore, sceneggiatura, musicista). Il piccolo mafia movie, che aveva iniziato la sua corsa a Venezia, ha superato concorrenti più blasonati come Il giovane favoloso di Mario Martone che oltre al premio allo straordinario Elio Germano, ha conseguito tre premi tecnici (miglior truccatore, acconciatore, scenografo e costumista) e Mia madre di Nanni Moretti che ha riportato due riconoscimenti alle interpreti femminili, Giulia Lazzarini e Margherita Buy


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