Fausto Brizzi: “Quanto è comica Loretta Goggi”


TAORMINA – Ossessionato dal tema della guerra tra i sessi, Fausto Brizzi torna a polemizzare affettuosamente col mondo femminile in Pazze di me, sul set tra un mese e mezzo. La commedia racconta la storia di un trentenne, il “solito idiota” Francesco Mandelli, accerchiato in casa sua da madre, nonna con badante al seguito, tre sorelle maggiori invadenti, un cane femmina. Ha una fidanzata con cui non vorrebbe rompere, ma la cui pazienza è messa a dura prova dalla situazione.

 

Ad annunciare il progetto, scritto con Federica Bosco e il solito Marco Martani, prodotto da Wildside, in sala il 18 gennaio con 01, Brizzi si è fatto accompagnare al Taormina FilmFest dalla fidanzata Giorgia Wurth (la scintilla scoppiò sul set di Ex) anche per avere un ironico contraddittorio. “L’uomo è così, molto basico – spiega l’attrice che ha appena finito di girare a Cinecittà il film di Claudio Insegno in 3D Una notte agli studios con Enrico Silvestrin – per un uomo fame uguale cibo, sete uguale acqua, donna uguale sesso. Confesso una profonda invidia verso il genere maschile, che vive meglio e senza problemi”. Wurth non avrà un ruolo nella commedia Pazze di me, dove ci saranno le bravissime Paola Minaccioni e Lucia Poli e la rivelazione Loretta Goggi, che non vediamo sul set dai tempi di Gas di Luciano Melchionna. “Non è vero che non ci sono comiche pure – dice ancora Giorgia – è vero che non si scrivono ruoli comici per le donne, che spesso nel cinema italiano sono mogli o amanti. In Francia non è così. Solo che alle donne comiche si chiede di essere anche gnocche, mentre gli uomini possono essere brutti”.

Brizzi, come ha scelto il cast?
Come direbbero in Boris, “a cazzo di cane”. Volevo un comico di età apparente sui 28-30 anni, ma i nostri comici sono quasi tutti over 40, 50 o addirittura 60. C’è stato un grosso ricambio negli autori di commedia, ma non tra gli attori. Anche le trasmissioni televisive oggi lanciano comici quarantenni. Alla fine ho scelto Mandelli, che è la metà dei Soliti idioti, ma non scrivete che il duo si separa, si prendono solo una vacanza…

E le donne?
Al mondo ci sono 7 donne per ogni uomo, lui ce le ha tutte dentro casa: madre, nonna, tre sorelle trentenni, la badante della nonna e un cane femmina. Questo lo rende una pallina in un flipper impazzito. Le donne sono creatrici di problemi immaginari e io morirò senza capire perché non ragionano in modo più semplice. Sarà un enigma dirigerle. Quanto alle attrici, visto che non c’è uno Zalone in gonnella, ho cercato di variare, troverete dei nomi spiazzanti. In particolare Loretta Goggi ha una verve comica assolutamente inesplorata. Gli altri nomi li saprete tra breve, a parte Lucia Poli e Paola Minaccioni.

Ha paura di gestire un cast con tante presenze femminili?
Sì, in Maschi contro femmine non ho mai superato le quattro donne tutte insieme. Bisogna stare attenti a non istigare le loro suscettibilità: estrarrò a sorte a chi fare il primo primo piano della mattinata.

Non teme un effetto saturazione con tutte queste commedie?
Se la commedia è fatta bene non vedo perché il pubblico si dovrebbe stancare. Nel giro di tre o quattro anni sono arrivati alcuni nuovi registi che sono amici e si scambiano i copioni. Massimiliano Bruno, Genovese e Miniero, Luca Lucini, Marco Martani che scrive i miei film, Wolfango De Biasi che ora sta scrivendo per Neri Parenti il film di Natale. È una bottega come quella dei tempi d’oro, di Monicelli, Risi e Suso. Non avere vasi comunicanti ha portato alla rovina il cinema italiano degli anni ’80, i cineasti erano troppo chiusi. Il cinema secondo me somiglia al ciclismo: la squadra deve tirare la volata a un corridore. Scialla! è la commedia che mi è piaciuta di più l’anno scorso, ma non posso non notare che sia figlia di Notte prima degli esami. Sarebbe bello anche tornare a fare il film a episodi a più mani come si faceva una volta.

Lei sta lavorando anche a un film di Natale con Medusa.
Si intitola Natale con chi vuoi e uscirà a dicembre 2013. Avrà un cast di stelle Medusa. È la prima volta che faccio il film di Natale da regista.

Sa che hanno paragonato l’ultimo film di Woody Allen, “To Rome with Love”, a un film di Fausto Brizzi?
Sì, in quel momento ho raggiunto il punto più alto della mia carriera. Immagino Woody e Soon Yi leggere quella recensione nella loro casa di Manhattan e chiedersi: Ma chi è Fausto Brizzi?

Ha rinunciato al 3D?
Solo per motivi di budget, perché è più costoso. I film vanno fatti tutti in 3D, se il budget lo consente. Io non riesco più a vederli in 2D. La realtà è a colori e in tre dimensioni, non in bianco e nero… E The Artist è un’eccezione, un omaggio al cinema del passato, ma la regola è un’altra.

A che punto è l’opera prima che stava producendo?
A buon punto, ma dobbiamo cambiare il titolo. Si chiamava La mafia uccide d’estate, come il libro di Angelino Alfano. E’ diretta da un esordiente siciliano, Pif, ed è una commedia sulla mafia in stile anni ’60. È sempre più difficile produrre opere prime perché chi ci mette in soldi non vuole rischiare, bisognerebbe tornare a sostenerle più di tutto il resto, mentre non ha senso dare soldi a un regista al quarto film.

25 Giugno 2012

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