Emergenza ambiente: appuntamento a Torino

Dal 1 al 4 ottobre la 23ma edizione di CinemAmbiente, organizzato quest'anno dal museo Nazionale del Cinema


Edizione speciale per il Festival CinemAmbiente, la 23ma, spostata a causa dell’emergenza sanitaria dal tradizionale periodo tardo primaverile a quello autunnale. Il festival, infatti, dopo una serie di appuntamenti durante e dopo il lockdown (dalla rassegna di film in streaming “Cinemambiente a casa tua” alla rassegna estiva dal vivo “Cinemambiente in Valchiusella”), si svolgerà a Torino dal 1 al 4 ottobre, con una programmazione e un budget ridimensionati del 30%, anche causa del fisiologico calo di investimenti di sponsor e partner in un anno così particolare. Tra le novità di questa edizione l’ingresso del Museo Nazionale del Cinema tra gli organizzatori: “CinemAmbiente, come già il Torino Film Festival e Lovers, diventa un festival del Museo del Cinema, che vuole sensibilizzare l’opinione pubblica su temi importanti il cinema con il suo indiscusso e dirompente valore educativo e attraverso i festival”, sottolinea il direttore del Museo Domenico di Gaetano. Altra novità, l’abolizione, per questa edizione, delle sezioni competitive, con l’unica eccezione per CinemAmbiente Junior, il concorso nazionale a cui hanno partecipato i cortometraggi realizzati dagli studenti prima della chiusura delle scuole.

Il Festival, diretto da Gaetano Capizzi, pur avendo ridotto i giorni di programmazione, punta ugualmente ad espandere il proprio pubblico percorrendo nuove strade: l’edizione 2020 si svolgerà contemporaneamente con il pubblico nelle sale del Cinema Massimo – con ingressi gratuiti e dietro prenotazione tramite sito del festival –  e online, sulla piattaforma streaming di MYmovies, che ospiterà una selezione dei film in cartellone, con mille posti disponibili per ogni proiezione. “La sala è un’esperienza fondamentale, e con la prudenza del caso, abbiamo voluto riportare il cinema nel suo luogo di fruizione naturale”, sottolinea Gaetano Capizzi. “La situazione sanitaria ci ha indotti a ridurre al minimo la presenza fisica dei registi e dei relatori, ma le piattaforme di videoconferenza ci permetteranno di avere virtualmente in sala molti degli autori e dei protagonisti dei film tenendo vivo il contatto con il pubblico che è da sempre essenziale per il nostro Festival”.

“Questi mesi di epidemia hanno fatto toccare con mano che cos’è un’emergenza globale e quanto sia fragile l’equilibrio su cui le nostre vite si reggono. Il tentativo di quest’edizione del Festival Cinemambiente, ancor più che delle passate, è di richiamare l’attenzione sul modo in cui le crisi ambientali – continua Gaetano Capizzi – possano generare conseguenze di portata irrimediabile, di mostrare come i nostri atteggiamenti possono cambiare le cose e di invitare tutti ad agire immediatamente”.

Oltre a svariati cortometraggi, in programma 18 lungometraggi e 15 mediometraggi, quasi tutti in anteprima nazionale. Dedicando, come da tradizione, la sua apertura al tema dei cambiamenti climatici, il festival prende il via con il documentario Rebuilding Paradise, diretto dal premio Oscar Ron Howard, che affronta la drammatica attualità degli incendi incontrollabili, alimentati dall’estrema siccità, di cui la California è ormai vittima sistematica. Girato a Paradise, cittadina rasa al suolo nel giro di tre ore, l’8 novembre 2018, dal Camp Fire, uno degli incendi più devastanti nella storia dello Stato. Allo stesso tema è dedicato anche il film di chiusura The Great Green Wall di Jared P. Scott: con le speranze oggi riposte nella ‘Grande muraglia verde’, ambizioso progetto di riforestazione, diventato anche un movimento e una campagna internazionale, che prevede la creazione di una barriera di 8mila chilometri di alberi attraverso l’intera larghezza del Continente africano allo scopo di contrastare siccità e desertificazione.

Spazio anche agli attivisti italiani con Ragazzi irresponsabili di Ezio Maisto, per conoscere più da vicino i giovani italiani che seguono l’esempio di Greta, organizzando i Fridays For Future e gli scioperi della scuola per il clima. Sul posto dell’uomo nel mondo si interrogano gli antropologi Alexander e Nicole Gratovsky con Revelation of Jonah, ispirato al racconto biblico di Giona, sfuggito al suo destino e inghiottito dalla balena. Una parabola filosofica, uno sguardo in prospettiva sugli eventi che capitano oggi all’umanità e un invito a riconnetterci al mondo che ci circonda e cercare la strada per una nuova vita.

22 Settembre 2020

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