Il controverso impresario Enzo Castagna si è spento a 82 anni a Palermo. Per oltre 35 anni è stato un punto di riferimento per il cinema siciliano, procacciando comparse e location per le produzioni più importanti, tanto che amava ripetere il motto: “Il cinema a Palermo sono io”. Titolare di una ditta di pompe funebri, Castagna ha lavorato con registi del calibro di De Sica, Pasolini, Rosi, Cimino, Tornatore, Damiani, Coppola, Grimaldi. Come annunciano i familiari su Facebook i funerali si svolgeranno domani, 18 aprile, alle 10 nella chiesa palermitana di Santo Spirito.
Castagna era una personalità a Palermo ed era impegnato nell’organizzazione di feste di piazza con cantanti neomelodici. Nella sua agenzia funebre in via Giacomo Serpotta, nella stanza tappezzata di locandine di film e foto di attori e cantanti, riceveva produttori e registi e il suo profilo poliedrico e per molti versi tipico di una Palermo popolare colpì Daniele Ciprì e Franco Maresco che a lui dedicarono, col loro consueto stile tra il grottesco, l’ironico e l’irriverente, il documentario Enzo, domani a Palermo! presentato nel 1999 al festival di Venezia e che lo inserirono in alcune puntate della serie Tv “I migliori nani della nostra vita”. “I grandi registi si sono innamorati di Palermo grazie a me” diceva Castagna.
Nella vita privata Castagna, il cui vero nome era Umberto, si è contraddistinto per diverse controversie legali e procedimenti giudiziari. È stato arrestato per voto di scambio con l’accusa di offrire lavoro alle comparse in cambio del voto per il partito indipendentista fondato da Ernesto Di Fresco. I figli Tommaso e Gaetano furono condannati per mafia ed estorsione e subirono ingenti sequestri di beni. Gaetano, in particolare, venne condannato per estorsione alla società di produzione Magnolia che stava realizzando la fiction Il segreto dell’acqua a Palermo. Nel ’93, avvenne uno spiacevole caso durante la produzione del film Il caso Falcone di Giuseppe Ferrara. Un centinaio di aspiranti comparse e tecnici bloccarono la lavorazione per quasi due ore perché Castagna lamentava che la Clemi, produttrice del film, ”aveva scavalcato” la sua agenzia ”rivolgendosi al Coordinamento antimafia” il quale prestò gratis l’assistenza per le riprese del film. Michele Placido, protagonista nella parte di Giovanni Falcone, truccato e con barba e taglio di capelli del tutto simili a quelli del magistrato, fece da mediatore promettendo a Castagna un incontro con i dirigenti della produzione. Soltanto allora la lavorazione proseguì.
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