Deputato russo chiede indietro i fondi per ‘Leviathan’

Il film "è un'opera contro la gente - dice il deputato - realizzata con i soldi della gente"


Il deputato russo dell’assemblea di San Pietroburgo Vitaly Milonov, già autore della legge contro la propaganda gay di fronte ai minori che è poi stata estesa a tutto il paese, sollecita il premier Dmitry Medvedev di chiedere alla produzione del film Leviathan -vincitore del Golden Globe, premiato a Cannes per la migliore sceneggiatura, e candidato all’Oscar per il miglior film straniero- la restituzione dei finanziamenti pubblici assegnati per la realizzazione dell’opera di Andrei Zvyagintsev.

Il film “è un’opera contro la gente – dice il deputato – realizzata con i soldi della gente, non rispecchia la tradizionale culturale russa, discredita la scuola nazionale di cinematografia e incita l’odio nella società. Inoltre contiene una serie di stereotipi russofobi per fomentare una immagine negativa dello stato e della società russa”. Il ministero della Cultura, da cui hanno avuto origine i finanziamenti concessi due anni fa, in questi giorni ha precisato che l’opera non merita i fondi che ha ricevuto e che in futuro non sosterrà progetti simili.

Sull’onda delle critiche a Leviathan, una fonte del ministero citata nei giorni scorsi dall’agenzia Interfax ha anticipato che è in discussione una direttiva che proibisce la distribuzione nelle sale di film che diffamano la cultura russa, minacciano l’unità del paese o le fondamenta dell’ordine costituzionale. Il provvedimento attua anche con una serie di regole la legge contro il turpiloquio nelle opere letterarie, teatrali e cinematografiche entrata in vigore lo scorso anno e usata come giustificazione per ritardare l’uscita del Leviatano, un film tratto da un romanzo americano e trasposto nella regione di Murmansk in cui un un uomo viene schiacciato da un potere sordo e avido. Si sono già espressi contro la norma bollandola come un tentativo di censura il direttore della rivista Iskusstvo Kino (Cinema Arte) Daniil Dondurei e il regista a presidente dell’Unione dei cineasti (KinoSoyuz) Andrei Proshkin. “Cosa significa unità nazionale? E’ un termine nuovo che non esiste, è un attacco senza precedenti al buon senso”, ha dichiarato Dondurei.

19 Gennaio 2015

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