L’occasione è quella della presentazione della serie Vita da Carlo – Seconda Stagione (leggi il nostro articolo), in cui il produttore della stessa – insieme al figlio Luigi – Aurelio De Laurentiis, commenta lo stato di salute del cinema italiano attuale: “i film italiani sono molto brutti, molto mal scritti, c’è tanta poca umiltà. Durante la premiazione dei David ho sentito affermazioni stantie, come ‘il cinema non deve tener conto delle esigenze del pubblico’. Nei miei oltre 400 film prodotti il pubblico è stato il mio driver; per cosa fai il film, per il tuo piacere? Poi abbiamo avuto la ‘deformazione’ dei critici, così al signor Hitchcock non veniva perdonato di fare i suoi film. Kurosawa, Fellini e Kubrick sono stati tre Autori: anche Federico aveva bisogno di sopravvivere e accettava film che non sentiva suoi ma restando un Autore; il signor Vittorio De Sica, anche attore di film minori, ha però vinto quattro Oscar come regista. Ma quando ancora oggi guardi Matrimonio/Divorzio all’italiana dici: ‘cazzo che film!’. Non abbiamo il culto del cinema e non difendiamo il nostro cinema … È chiaro che la nostra Commedia abbia avuto un solco importante, tra dramma, sberleffo e risata e Carlo stesso è capace di giocare tra faceto e tristezza”.
Questione, quella sul nostro cinema presente, su cui anche Verdone commenta: “riflettiamo: vogliono altri attori? Vogliono che si azzardi? È un grande punto interrogativo. Mi impensieriscono i risultati, vedo sempre Barbie e Oppenheimer in testa, ma il resto fatica molto. Bisogna cambiare la scrittura, avere un’ottica differente: sono certamente dispiaciuto, mi manca tantissimo il cinema, ma il cinema italiano adesso non riesce a invogliare il pubblico”.
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La critica viene dal quotidiano 'Granma', portavoce del Partito comunista di Cuba. Il film descriverebbe l'isola come un covo di narcotrafficanti e inoltre non è stato girato in loco, ma a Gran Canaria