Dentro la città-fabbrica di Colleferro con Alessandro Haber

Città Novecento, il docufilm scritto e diretto da Dario Biello, prodotto da Filmedea in co-produzione con Luce Cinecittà è in anteprima nella sezione Riflessi


Alessandro Haber è la guida, il “traghettatore che unisce il passato e il presente”, in Città Novecento, il docufilm scritto e diretto da Dario Biello, prodotto da Filmedea in co-produzione con Luce Cinecittà, visto in anteprima nella sezione Riflessi della Festa.

Si tratta dell’episodio pilota di una serie, in via di sviluppo, dedicata alla Città di Fondazione del XX e del XXI secolo. Prima fra tutte Colleferro. “A Colleferro non ero mai stato – racconta l’attore – e non ne conoscevo la storia. A parte le grandi meraviglie come Venezia, ci sono piccole realtà che vanno raccontate perché attraverso di loro si racconta l’Italia”. Haber arriva trafelato alla Festa di Roma, è in tour con la sua autobiografia Volevo essere Marlon Brando (Ma soprattutto Gigi Baggini). Dario Biello ne spiega il coinvolgimento: “Con la sua voce ha personificato l’operazione di costruire ciò che mancava a questa storia che si muove su due linee, una narrazione fatta attraverso le parole e gli aforismi dei protagonisti di allora, come l’ingegner Riccardo Morandi o l’industriale Parodi Delfino, l’altra parte è invece ricostruzione fiction con attori e comparse. Alessandro è il trait d’union tra queste due scelte stilistiche”.

Il progetto nasce dal riconoscimento Unesco per il Villaggio Operaio di Crespi d’Adda, la Città Aziendale di Ivrea e la Città Razionalista di Asmara, inoltre nel 2018 Colleferro è stata dichiarata Città della Cultura della Regione Lazio. “Con queste premesse – spiega il regista – è stata avviata un’attività di divulgazione e rappresentazione su scala nazionale coinvolgendo studiosi, istituzioni, università e artisti, che insieme hanno reso possibile la creazione di una Rete di Città di Fondazione. L’opportunità di realizzare una serie di docufilm tematici nasce dall’interesse emerso su questo tema e dalla disponibilità di documentazione visiva e grafica spesso ancora inedita, specialmente nell’archivio Luce Cinecittà. Il film tenta la strada della sperimentazione e della ricerca per raccontare luoghi dell’impresa, dell’innovazione, dell’architettura e della socialità identitaria, un viaggio che inizia dalla fondazione dei villaggi della rivoluzione industriale del XIX secolo e intende spingersi fino alle città della rivoluzione spaziale del XXI secolo”.

Per la storica Claudia Conforti: “Colleferro per i cittadini romani è il margine di una periferia remota, ma dopo la proiezione del film, molti appassionati di architettura si sono detti interessati a una vicenda singolare che ignoravano” 

Il docufilm è realizzato con rari filmati provenienti dall’Archivio Storico Istituto Luce, dalla Cineteca del Friuli e dall’Archivio Multimediale Città Morandiana cui si aggiungono le interviste a personalità come il filosofo Massimo Cacciari, lo scrittore operaio Antonio Pennacchi purtroppo scomparso (questa è la sua ultima intervista per il cinema), lo storico Emilio Gentile, le storiche dell’architettura Claudia Conforti e Marzia Marandola, il critico Luigi Prestinenza Puglisi.

Colleferro è anche l’occasione per celebrare la figura del grande progettista Riccardo Morandi, maestro dell’ingegneria del secolo breve, il cui nome è purtroppo legato anche alla tragedia del crollo del Ponte sul Polcevera a Genova. “Il monumentale Ponte Morandi di Genova è stato cancellato dalla dinamite – riflette Biello – questo ci insegna che dobbiamo impegnarci a mantenere le opere del Novecento, dobbiamo tutelarle e tenerle vive piuttosto che museificarle”. Morandi a Colleferro lavorò incessantemente dagli anni ‘30 fino alla sua morte per realizzare il progetto della Città Morandiana, trasformando il centro abitato da Villaggio Operaio Liberty in Città di Fondazione Aziendale.

Il figlio Maurizio Morandi, architetto, ricorda come nel suo prezioso archivio, ceduto all’Archivio di Stato, siano conservati oltre 60mila disegni. E rievoca un episodio della seconda guerra mondiale, quando a Colleferro era attiva la fabbrica di armi. “All’indomani dell’8 settembre del ’43 i tedeschi vennero a chiedere di smontare i macchinari bellici per portarli in Germania. Mio padre fece nascondere nelle cave sotto la città alcuni pezzi strategici e i nostri tecnici non si presentarono all’appello dei tedeschi che chiedevano di far funzionare le macchine. Fu emesso un mandato di cattura della polizia tedesca nei confronti di tutti loro, anche la nostra famiglia ebbe dei problemi, giravamo da una casa all’altra per nasconderci”. 

Città Novecento, dopo la Festa di Roma, sarà programmato all’Ariston di Colleferro e in altre sale a livello nazionale con matinée per scuole e università. 

La serie proseguirà con capitoli su le città di fondazione dall’Ottocento attraverso il fascismo con i casi di Crespi d’Adda, Sabaudia e Littoria, Guidonia, Carbonia, Tirrenia, ma anche le città nella città, come l’Eur, Cinecittà, La Sapienza, fino all’architettura contemporanea con il caso di Tolomeo, il borgo di Cucinelli.

20 Ottobre 2021

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