Daniele Costantini


Fatti della banda della Magliana Unico film italiano in concorso al RIFF (Rome Independent Film Festival, che avrà inizio il 15 aprile), è il terzo film di Daniele Costantini Fatti della banda della Magliana. Dopo Una settimana come un’altra, vincitore del David di Donatello nel 1978, e Mezzaestate, proposto al Festival di Taormina nel ’90, Costantini si misura oggi con le vicende della banda criminale romana.

Come è nata l’idea del film?
Nel 1994 avevo scritto una sceneggiatura per il cinema sulla storia della banda della Magliana che però non sono riuscito a realizzare. La stessa materia, trattata in un modo un po’ diverso, l’ho ripresa successivamente per trasformarla in un testo teatrale intitolato “Chiacchiere e sangue” di cui ho curato la regia. Dalla pièce teatrale sono poi tornato al cinema, e sono riuscito a produrre Fatti della banda della Magliana.

Da che prospettiva è raccontata la storia della banda della Magliana? Ci sono elementi d’invenzione?
La pellicola racconta i fatti realmente accaduti della banda della Magliana tra il 1975 e il 1991 attraverso la confessione di un pentito (interpretato da Francesco Pannofino), in un’aula bunker. È una sorta di epopea che narra la formazione della banda, la sua “ascesa” e, infine, il suo declino, attraverso le testimonianze contraddittorie e in un certo modo “faziose” dei suoi componenti alternate alle ricostruzioni dei principali fatti di sangue di cui sono stati protagonisti. Dal racconto emerge con forza la peculiarità di questa organizzazione criminale, tipicamente romana nel suo essere insieme feroce e fantasiosa, ironica e spietata.

Il film non è documentaristico, è anzi assolutamente di finzione, anche se mi sono basato completamente su documentazioni giudiziarie tratte dagli atti del processo, quindi in tutto ciò che si racconta c’è una base storica. Non ci sono però legami con “Romanzo criminale” di Giancarlo De Cataldo (da cui è stato tratto il film omonimo per la regia di Michele Placido), anche se ci conosciamo bene e lui stesso mi regalò le duemila pagine degli atti del processo su cui ho lavorato per il film.

Ha girato in alta definizione?
Sì, ho girato in HD con alcuni inserti in mini DV per una scelta estetica ma anche economica, visto il basso budget, e ho sperimentato un linguaggio misto tra video, cinema e teatro, proprio in virtù del fatto che la sceneggiatura, prima di diventare film, ha avuto un “passaggio teatrale”.

Quali sono state le modalità produttive?
Il film è stato girato in tre settimane nel maggio 2004, quasi tutto all’interno del carcere di Rebibbia, con la partecipazione di alcuni detenuti che hanno interpretato i più importanti banditi della generazione precedente alla loro. È stata un’esperienza molto intensa e interessante far recitare assieme degli attori professionisti e dei veri detenuti.

Come si è trovato a girare in digitale?
Sono molto soddisfatto della resa visiva dell’HD, che trovo straordinaria, e poi questa soluzione di ripresa mi ha permesso di tenere bassi i costi e di girare il film molto velocemente e con grande agilità.

Quali sono i suoi prossimi progetti cinematografici?
Ho scritto una sceneggiatura insieme a Laura Morante che racconta la storia di due donne. In questo momento sto cercando una soluzione produttiva per realizzare il film.

Fatti della banda della Magliana sarà nelle sale italiane distribuito dall’Istituto Luce il 27 maggio e verrà presentato in anteprima assoluta al RIFF giovedì 21 aprile alle 20 al Cinema Nuovo Olimpia, che ospita la manifestazione insieme al Mezzanino Giallo della stazione Termini.

13 Aprile 2005

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