La bella e le bestie della pluripremiata regista Kaouther Ben Hania, in sala a febbraio 2018 con Kitchen Film, racconta la questione delle donne nel mondo arabo, e non solo, svelando l’omertà e la corruzione delle strutture pubbliche attraverso la storia di una giovane e bella studentessa che dovrà combattere per i propri diritti e la sua dignità. Al suo terzo lungometraggio, la regista tunisina ha realizzato un dramma di denuncia dall’impianto teatrale e dalla forza dirompente, strutturato in una successione di nove piani sequenza. La bella e le bestie – che a debuttato a Cannes in Un Certain Regard – si ispira ad una storia realmente accaduta. Una storia tra le tante, insabbiate e taciute che non hanno mai trovato giustizia. Uno script ricco di dettagli rivelatori esplora le difficoltà della vita di Mariam, una ragazza che, seppure cresciuta in una famiglia conservatrice, crede nella Tunisia dell’Islam democratico. Pensa che sia possibile per una ventunenne nubile trascorrere una serata allegra a ballare con le amiche, ma scoprirà che non è così…
Protagonista del film è Mariam Al Ferjani, cittadina tunisina, diplomata alla scuola Visconti di Milano, città dove lavorava con contratto regolare a tempo indeterminato come interprete, che ad un certo punto è stata convocata al posto di Polizia di Frontiera a Malpensa ed invitata a lasciare il territorio italiano entro 15 giorni o fare ricorso al TAR, perché lo Stato italiano non ha riconosciuto né il suo titolo di studio né il contratto di lavoro.
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