Costa-Gavras: “Un film sull’Isis? Andare oltre gli orrori della tv”

Il regista greco-francese ha tenuto una affollata master-class al Bif&st in cui ha ripercorso la sua carriera


BARI – “Un film sull‘Isis? Perché no? Ma bisognerebbe trovare una storia che permetta di sintetizzare e nello stesso tempo andare oltre gli orrori che vediamo tutti i giorni in tv. Bisognerebbe prendere un po’ di distanza. In Francia ci sono circa cinque milioni di islamici, persone normali con famiglie normali. Poi ci sono pochi estremisti, e quelli devono essere isolati”. Così l’ottantaduenne cineasta greco-francese Costa-Gavras risponde a una domanda venuta dal pubblico dell’affollata master-class di cui è stato protagonista al Bif&st di Bari, condotta dal critico francese Michel Ciment. Con lui il regista ha ripercorso una carriera fatta di 19 film in 50 anni, divisa tra la Francia e Hollywood e consacrata da un Oscar per il miglior film straniero (per Z, l’orgia del potere), una Palma d’Oro a Cannes (per Missing), e un Orso d’oro a Berlino (per Music Box). Nato in un paesino del Peloponneso nel 1933, Costa-Gavras ha lasciato la Grecia intorno ai 20 anni per trasferirsi in Francia: è lì che, mentre si imponeva la Nouvelle Vague, ha iniziato a dare forma al suo cinema molto politico. Commentando la situazione politica del suo Paese, recentemente, Costa-Gavras ha detto di apprezzare molto Tsipras, perché “ha a cuore le persone e non i banchieri, e sa cosa fare”.

L’OMAGGIO A ROSI – “Ci tenevo a omaggiare Francesco Rosi, era un amico e i suoi film mi hanno ispirato tantissimo, soprattutto Le mani sulla città, Il caso Mattei e Salvatore Giuliano. Rosi è stato il regista che mi ha più influenzato insieme a Fellini, Scola e Antonioni“.

L’INFANZIA E LA GUERRA – “La mia infanzia in un paesino del Peloponneso è stata segnata dall’occupazione tedesca e dalla guerra. Dover badare alla sopravvivenza mi ha fatto capire meglio il significato della vita. Sicuramente in modo diverso dai ragazzi che crescono oggi, e che hanno tutto”.

I PRIMI RICORDI DA SPETTATORE – “Ricordo che andavo al cinema dopo la messa e vedevo i filmati di attualità: tra le prime immagini che mi hanno colpito ci sono quelle di Mussolini e della Petacci”. 

L’ABBANDONO DELLA GRECIA – “Ho lasciato la Grecia quando avevo circa vent’anni perché mio padre era comunista e contro la guerra e ai figli degli antimonarchici non era permesso proseguire gli studi. Quindi sono andato in Francia, dovrei avrei potuto continuare a studiare”.

I PRIMI FILM – “I miei primi film sono stati dei polar. Ero appena arrivato in Francia e non potevo fare i film della Nouvelle Vague, né potevo pensare di raccontare la storia di un greco che arriva in Francia, perciò mi sono dedicato ai polizieschi”.

Z – L’ORGIA DEL POTERE
“Z – L’orgia del potere non è nato per essere un film politico, ma come reazione alla presa di potere dei colonnelli in Grecia. Tutti gli attori volevano fare il film quasi senza essere pagati. Nessuno di noi credeva davvero che avrebbe avuto successo, ma sentivamo che bisognava farlo. Quando uscì in sala, la prima settimana non andò bene, poi recuperò nella seconda e montò tantissimo in seguito, fino a rimanere al cinema per molte settimane ottenendo un grande successo”.

UNO SGUARDO SUL POTERE – “Ciò che mi è sempre interessato raccontare sono gli uomini, il potere, e il rapporto che intercorre tra di loro. Ovvero come reagiamo di fronte al potere, se ha un ruolo positivo o negativo sulle nostre vite, come lo gestiamo se lo abbiamo sugli altri e come lo subiamo se qualcuno lo ha su di noi. Partendo da questo presupposto, ho realizzato sempre film a partire da eventi che mi hanno colpito”.

MARINE LE PEN, “LEGITTIMATA DAI MEDIA”
– “Il fenomeno di Marine Le Pen è stato molto enfatizzato dai media, che l’hanno legittimata mettendola ogni giorno in prima pagina. Se si guardano le cifre si capisce che in Francia hanno votato il 50% degli aventi diritto, e di questi il 25% ha votato il Front National: non sono poi così tanti elettori, ma ciò che passa è che è il secondo partito di Francia, e così è stato legittimato”.

GLI SCENEGGIATORI E SOLINAS – “Mi piace conoscere bene gli sceneggiatori. Mi piaceva tantissimo frequentare Franco Solinas,passai molto tempo con lui a Fregene, al villaggio dei pescatori, era una gran persona, a livello umano e per la qualità delle sue idee e della sua scrittura. Aveva una visione formidabile del mondo”.

IL RAPPORTO CON GLI ATTORI
– “Quando ero in Francia dicevano tutti che gli attori americani erano strepitosi, quando ero in America lo dicevano degli attori francesi. L’attore è il collaboratore più importante del regista, perché veicola la storia al pubblico. E’ importante avere una vicinanza umana con gli attori con cui si lavora, e a me piace spiegare il ruolo e avere le opinioni del mio interprete, ma l’ultima parola deve averla il regista, perché è lui ad avere una visione d’insieme”.

AMEN, LA CHIESA
– “Con Amen non si trattava di attaccare la Chiesa, ma di dire che il Papa, che ne è il capo spirituale, non ha reagito di fronte a un evento spaventoso”.

LA POLITICA NELLA VITA QUOTIDIANA – “Quando gli uomini si uniscono c’è politica, se restano da soli non c’è. Io ho provato a essere coerente con queste idee nella mia vita. La politica non è chi voti una volta ogni cinque anni, ma come agisci nel quotidiano”.

HOLLYWOOD – “Oggi Hollywood non mi interessa, ma ci ha insegnato molte cose. Ad esempio che il cinema è spettacolo dei sentimenti, che deve far ridere, piangere, o anche odiare”.

23 Marzo 2015

Bari 2015

Bari 2015

Cinema & Fiction, tv italiana in cerca di innovazione

Al Bif&st il convegno "Cinema & Fiction: convergenze parallele?", un momento di confronto tra protagonisti del settore per capire quale possa e debba essere il ruolo della fiction in Italia, mentre dagli Stati Uniti arrivano i successi di serie tv che vantano attori da Oscar e ascolti strabilianti.
"Il problema dell'Italia è che non ha un'industria culturale degna", dice il direttore di 8 e 1/2 Gianni Canova, mentre Maurizio Sciarra si rivolge alla committenza e dice "La tv è ferma a 20 anni fa, non innova da decenni", mentre sta per arrivare in Italia il ciclone Netflix. Tra gli altri relatori Silvia Napolitano, Matilde Bernabei, Daniele Cesarano, Veridiana Bixio e Luca Milano per Rai Fiction

Bari 2015

Alba Rohrwacher due volte miglior attrice al Bif&st

Il messaggio dell'attrice: "Ringrazio il bellissimo Festival di Bari per questi riconoscimenti che arrivano a due film molto importanti per me, Hungry Hearts e Vergine giurata. Ringrazio il pubblico numerosissimo del festival. Purtroppo non posso essere con voi perché sono a Lisbona al Festival di Cinema Italiano. Ma sono davvero felice. E voglio ringraziare la Giuria dei Critici del Concorso Ufficiale e la Giuria Popolare delle Opere Prime"

Bari 2015

Bif&st: 2016 con Mastroianni e gli attori

73mila spettatori. Ovvero 2.500 in più rispetto allo scorso anno. La conferenza stampa di bilancio del Bif&st numero 6, guidato come sempre da Felice Laudadio, è la cronaca di un trionfo, ma anche un molto simbolico "passaggio di consegne" all'amministrazione locale futura, a cui il direttore e il presidente Ettore Scola chiedono in coro di confermare la fiducia in un progetto culturale che richiama un pubblico numerosissimo e giovane. Con il governatore Nichi Vendola in scadenza di mandato, resta un margine di incertezza per il futuro, che Laudadio cerca di scongiurare annunciando già non solo le date - dal 2 al 9 aprile 2016 - ma persino il programma del settimo Bif&st, che sarà dedicato a Marcello Mastroianni nel 20° anniversario della sua scomparsa, con una retrospettiva in 50 titoli. Al Teatro Petruzzelli la cerimonia di premiazione presentata da Stefania Rocca. Miglior regista Francesco Munzi, migliori attori Elio Germano, Alba Rohrwacher, Anna Foglietta e Carlo Buccirosso

Bari 2015

Nanni Moretti, superstar a Bari, legge il “Caro Diario”

"Manteniamo il mistero". Basterebbe l'ultima battuta della masterclass (riferita alla genesi di Habemus Papam), per riassumere l'incontro di Nanni Moretti con il pubblico del Bif&st, di cui è stato l'ultimo, attesissimo ospite. Dopo la proiezione di Caro diario, il regista ha letto il diario di lavorazione che scrisse per quel film del 1993: in un Teatro Petruzzelli affollatissimo, il regista ha rievocato quei giorni, per poi rispondere alle domande (o piuttosto ai timidi input) del moderatore Jean Gili. Come prevedibile, neanche una parola è stata dedicata a Mia madre, il nuovo film del regista che sarà in sala dal 16 aprile (e poi probabilmente a Cannes) in cui recita accanto a Margherita Buy e John Turturro. Ripercorrendo la sua carriera, ha detto: "Con gli anni sono diventato più esigente, ora il momento della scrittura è quello più difficile, mentre quello più faticoso e angosciante resta quello delle riprese"


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