Il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso della società immobiliare Progetto uno contro i decreti del ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo che dichiaravano l’interesse culturale e, conseguentemente, vincolavano il Cinema America in via Natale del Grande 6 a Roma. Secondo i giudici di Palazzo Spada, che ribaltano la sentenza del Tar che aveva respinto il ricorso della Progetto uno, il ricorso va accolto per la “mancanza dei presupposti di legge per imporre il vincolo”. La sesta sezione del Consiglio di Stato spiega che dalla relazione storico artistica allegata al decreto del Mibact emerge come “la struttura è vincolata con riferimento ad un’epoca generica, nemmeno precisamente individuata, tanto nell’estensione temporale, quanto con il richiamo a personaggi o eventi che la contraddistinsero”.
Anche per quanto riguarda il vincolo sugli apparati decorativi, la sentenza pubblicata oggi spiega che “la descrizione degli arredi suggerisce, per la terminologia usata, un loro possibile valore artistico, che però non si afferma; si impone invece il vincolo per riferimento con la storia, ma al di là del generico riferimento al periodo di successo dell’industria cinematografica locale, di per sé non sufficiente, manca ogni richiamo a episodi precisi”. Sono questi i motivi per cui il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso della società proprietaria, annullando i vincoli sul Cinema America. Tuttavia, i giudici lasciano aperta la possibilità di riproporre il vincolo della Soprintendenza: “L’amministrazione – si legge nella sentenza – conserva intatti i propri poteri, e potrà decidere se riesaminare o no l’affare. In particolare, l’amministrazione stessa potrà, ove lo ritenga, verificare, attraverso una corretta e completa istruttoria in contraddittorio con i privati interessati, se i beni per cui è causa abbiano o no le caratteristiche per essere sottoposti a vincolo o in quanto di per sé di interesse artistico, o per un effettivo riferimento con la storia, specificamente indicato e comprovato con riguardo a fatti determinati”.
“Come suggerisce la stessa sentenza del Consiglio di Stato, chiediamo al ministro Franceschini di adoperarsi per l’apertura immediata di una nuova istruttoria per l’apposizione del vincolo sul valore artistico. Come del resto dimostrato e già redatto all’interno dell’istruttoria avviata nel 2014”, commenta all’agenzia Dire Valerio Carocci, presidente dell’associazione Piccolo cinema America. Nel 2012 Carocci e i suoi compagni avevano occupato il Cinema America per evitare la realizzazione del progetto del proprietario dell’immobile, che prevedeva la demolizione e ricostruzione, con un uso dello stabile tra appartamenti e altre attività culturali. Carocci, che si era costituito in giudizio insieme alle associazioni dei residenti contro il ricorso della Progetto uno chiede anche che “la Regione Lazio si adoperi, come fece in passato, al fine di sostenere nuovamente la difesa e la tutela dei cinema e dei teatri storici dismessi dalla città”.
”La decisione del Consiglio di Stato in merito ai vincoli apposti sull’ex Cinema America va rispettata. In ogni caso la Regione Lazio, come già fece nel 2014, è pronta a fare la propria parte per evitare la demolizione del cinema e tutelare una sala storica della città di Roma. Chiediamo dunque al Mibact di attivarsi per l’apertura di una nuova istruttoria per l’apposizione del vincolo di natura artistica”, ha commentato il vicepresidente della Regione Lazio Massimiliano Smeriglio.
L’operazione ha consentito anche ai piccoli gestori di sale di beneficiare dell’iniziativa volta al potenziamento del settore cinematografico previsto dalla legge 220/2016
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