La Cineteca di Bologna e l’Istituto Luce-Cinecittà ricordano la figura di Carlo di Carlo, regista nato a Bologna nel 1938 e scomparso questa mattina nella sua casa romana. Carlo di Carlo era molto legato alla Cineteca di Bologna, che ne ha acquisito il fondo archivistico e inaugurato proprio ieri, giovedì 17 marzo, una retrospettiva integrale delle sue opere, e all’Istituto Luce-Cinecittà, con cui ha ha realizzato numerosi documentari e a cui aveva dedicato il film Lo sguardo del Luce, presentato alla Mostra del Cinema di Venezia nel 2014. “La Cineteca di Bologna – così lo ricorda il direttore Gian Luca Farinelli – piange la scomparsa di Carlo di Carlo, regista, storico, direttore di doppiaggio, amico fin dalla sue origini. Ci lascia un patrimonio di opere preziose, uniche, come la sua personalità d’artista esigente, solitario, libero da ogni schema e refrattario a ogni vantaggio. Un personaggio importante, vivacissimo, eclettico della cultura italiana, sempre sui confini del cinema, tra finzione e documentario, teatro e televisione. Carlo di Carlo è stato collaboratore di Pasolini, poi collaboratore e studioso di Antonioni; è ugualmente titolare d’una filmografia che allinea audaci esperimenti intorno a Beckett, Calvino, Onetti, alla ricerca linguistica di tanti documentari, resa più affilata dalla sua abilità di narratore visivo. Mi piace ricordare che è suo il primo film su Marzabotto, che ebbe importanti problemi censori; e che Carlo, bolognese che poi il cinema chiama a Roma, era da ragazzo un frequentatore della libreria Palmaverde di Roberto Roversi, e insieme a Roversi ha realizzato bellissimi film su Bologna; film che sono testimonianze d’una storia, di un’utopia politica, di un paesaggio urbano, e che hanno per noi un valore speciale”.
Tutto lo staff di Istituto Luce-Cinecittà si raccoglie in un ricordo di commozione e affettuoso per Carlo, infaticabile uomo di cinema sui più diversi livelli di conoscenza. Gli uffici del Luce, dall’Archivio storico alla produzione, dalla distribuzione, all’home video fino alla presidenza con Roberto Cicutto, ricordano accanto alla conoscenza puntuale, al limite della confidenza, con il patrimonio di cinema e memoria audiovisiva dell’Archivio, le doti di simpatia, di coinvolgimento nel lavoro, di umanità viscerale e insieme meditativa di Carlo. Una presenza che resta in alcuni film dedicati con energia contagiosa alle immagini del Luce, e nell’umanità e nella memoria delle persone che hanno avuto il privilegio di lavorare accanto a lui.
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