Bong Joon-ho: “Venezia prova la forza vitale del cinema”

A poche ore dalla serata di apertura con Madres Paralelas di Pedro Almodovar, la Mostra apre le danze con la conferenza stampa di Alberto Barbera e del regista premio Oscar per Parasite, presidente di


VENEZIA – Inizia stasera, 1° settembre, la 78ma Mostra del Cinema di Venezia, l’edizione del rilancio e della sfida. Nonostante le limitazioni, infatti il Festival è quasi a regime grazie ai 9mila accreditati rispetto ai 6mila del 2020. In concorso ci sono grandi titoli, accompagnati sul Lido da prestigiose delegazioni, e alla serata di apertura sarà presente un parterre d’eccezione, con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il ministro della Cultura Dario Franceschini, il suo collega spagnolo Miquel Octavi i Llorens e Roberto Benigni, che è a Venezia per ricevere il Leone d’Oro alla Carriera. Madrina della serata è l’attrice Serena Rossi che torna dopo essere stata in concorso con Ammore e Malavita dei Manetti Bros.

Saranno presenti ovviamente anche Penélope Cruz e Pedro Almodóvar, regista del film di apertura Madres Paralelas. “Almodóvar è uno dei più grandi registi del cinema contemporaneo – dichiara nella conferenza di apertura il direttore del Festival Alberto Barbera – lo abbiamo corteggiato per anni per convincerlo a tornare a Venezia, dopo il suo esordio proprio qui nel 1982 con il suo primo film e dopo essere tornato nell’88 con Sull’orlo di una crisi di nervi, che fu il lancio della sua carriera internazionale. Poi è stato quasi sempre in Concorso a Cannes perché il timing di realizzazione dei suoi film non coincideva con le date veneziane. In Italia è un regista molto amato e abbiamo avuto il piacere di assegnargli il Leone d’oro alla Carriera tre anni fa. In quell’occasione l’accoglienza è stata molto calorosa e Pedro è rimasto molto colpito, tanto da promettere subito che sarebbe tornato. Quando l’anno dopo ha presentato qui a Venezia il suo cortometraggio con Tilda Swinton, mi ha promesso che il suo prossimo film sarebbe stato in concorso a Venezia e ha mantenuto la promessa, correndo contro il tempo. È stato l’ultimo film che abbiamo selezionato, a fine luglio a Madrid, quando aveva appena concluso la prima fase di montaggio e mancavano ancora le musiche”.

Presente, in conferenza, la Giuria al completo, composta da Saverio Costanzo (Italia), Virginie Efira (Belgio/Francia), Cynthia Erivo (Gran Bretagna), Sarah Gadon (Canada), Alexander Nanau (Romania), Chloé Zhao (Cina) e ovviamente dal presidente Bong Joon-ho (Corea). “Tutto il mondo ha molto sofferto – dichiara il regista premio Oscar per Parasite – ma se guardo indietro mi sembra che tutto sia stata una prova per dimostrare la forza vitale del cinema. Grazie all’edizione di Venezia 2020, abbiamo visto come si poteva organizzare un festival nonostante il covid e, da regista, non credo che il cinema possa essere fermato così facilmente”. Bong Joon-ho ha continuato parlando del suo rapporto con l’Italia e il suo cinema, partendo dalla presenza nel suo ultimo capolavoro di In ginocchio da te di Gianni Morandi. “Ho inserito la canzone di Morandi per omaggiare mio padre, che era un suo grande fan. Spero di poterlo conoscere prima o poi qui in Italia. Credo che il cinema italiano abbia una grande storia. Da qui mi sembra quasi che Alberto Barbera assomigli un po’ a Federico Fellini (ride ndr). Sono un grande appassionato di tutta la cinematografia italiana, da Rossellini, Bertolucci, Bellocchio, Rosi, Olmi, fino ad arrivare a Sorrentino, che sono molto eccitato dall’idea di avere qui in concorso, e Alice Rohrwacher, di cui vidi il bellissimo Corpo celeste ormai 10 anni fa”.

In chiusura spazio ancora al direttore Barbera, che si cimenta in un’approfondita analisi del rapporto tra il cinema e le piattaforme digitali, partendo dalla considerazione che il nuovo film di Paolo Sorrentino, È stata la mano di dio, partecipi al Concorso veneziano anche grazie al fatto che è prodotto da Netflix e non possa quindi partecipare a Cannes. “La scelta di Cannes è la conseguenza di una legislazione particolare che esiste soltanto in Francia e che imponeva una finestra di 36 mesi, ora abbassata a 20, tra la distribuzione commerciale in sala e la possibilità di mettere il film su una piattaforma. Ma ormai tutti gli altri festival del mondo ammettono regolarmente film prodotti da Netflix. Quando torneremo alla normalità ci troveremo di fronte a uno scenario produttivo e distributivo completamente diverso dal passato. Non penso che le sale scompariranno, si andrà verso un meccanismo di doppia distribuzione per cui andranno trovate delle regole. Non vanno demonizzate le piattaforme, che hanno portato una possibilità di scelta molto superiore rispetto al passato. Potremo scegliere dove vedere i film ed è un guadagno per tutti. Resta il fatto che dobbiamo pensare anche ai giovani, che sono il pubblico di domani, e aiutarli a capire che l’esperienza cinematografica resta comunque la più ricca di dettagli ed emozioni”.

A poche ore dall’inizio ufficiale del Festival, la cui serata inaugurale condotta da Serena Rossi sarà trasmessa in diretta su Rai Movie, sul sito ufficiale della Biennale e sul Canale 24 del digitale terrestre, l’auspicio è di trovare delle modalità che potenzino il sistema cinematografico e lo aiutino a superare la crisi portata dalla pandemia: “Quasi tutti i festival si sono potuti svolgere in presenza – conclude Barbera – quindi non c’è più bisogno di trovare momenti di condivisione. Anche se abbiamo imparato, e credo che questo rimarrà, a ridurre il livello di competizione che c’era fra tutti noi. Quella sorta di naturale antagonismo, che spesso è uno stimolo anche positivo, non degenererà più in quelle forme esasperate di competizione che abbiamo visto in passato. Credo che l’esperienza positiva di quello che abbiamo vissuto insieme rimarrà anche dopo che questa pandemia sarà debellata”.

01 Settembre 2021

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