Alessandro Verdecchi: “La Redark comincia da Berlino”


Recuperare l’horror e il thriller, generi che hanno rappresentato in passato per il cinema italiano un grande bacino di pubblico e che oggi, sconfessando i più scettici, continuano ad avere una vasta audience. Questa la nuova filosofia di Alessandro Verdecchi che con la Redark, società fondata un anno fa insieme a Lorenzo Von Lorch e Andrea Marotti, ha deciso di intraprendere un nuovo viaggio produttivo per sfidare il mercato internazionale.

Un viaggio che comincia con il festival di Berlino.
Non a caso abbiamo deciso di esordire nel mercato della Berlinale che considero il vero e proprio antagonista all’American Film Market e in certi casi superiore a quello di Cannes per i prodotti di genere. Proprio in quest’ottica presenteremo a Berlino Thy kingdom come di Ilmar Taska, regista estone ma americano di adozione per un horror a tinte forti interpretato da Julian Berlin, Chris Stone, Marian Zapico e Tya Sircar. Abbiamo presentato il trailer a Los Angeles ottenendo ottimi risultati, tanto da aver gettato le basi per la vendita in tutto il Nord America e in Germania. Il mercato di Berlino sarà un bel banco di prova.

Il vostro percorso sul cinema di genere continua anche nei prossimi mesi.
Ci sono diversi progetti in sviluppo. Stiamo ultimando la preparazione di The vij per la regia di Robert Englund basato su una novella di Nikolaj Gogol. E’ la storia di un giovane ex sacerdote che si ritrova in un villaggio alla ricerca della fede perduta, e proprio in questo luogo si verificheranno delle situazioni che cambieranno radicalmente la sua vita. In primavera dovremmo battere il primo ciak in Calabria per poi proseguire in Piemonte e nel Lazio. Stiamo definendo il cast che prevede la presenza del grande Christopher Lee, mentre per la parte italiana abbiamo avuto dei contatti con Raoul Bova.

Quali altre storie dovremmo attenderci dalla Redark?
Abbiamo già una serie di accordi di co-produzione con il Canada per Diced, scritto da Nicholas Charles Mead, lo gireremo interamente in Argentina. In seguito due progetti come The black number per la regia di Alessandro Perrella e La notte degli specchi diretto da Giovanni Giacobelli.

Puntate decisamente al mercato internazionale non solo a livello distributivo ma anche sotto l’aspetto produttivo. L’Italia non offre più garanzie?
ll sistema Italia è macchinoso, va avanti grazie alla dedizione di pochi, ma proprio questa carenza fa sì che non ci sia progettualità. La burocrazia taglia le gambe, non fa sviluppare un settore che continua a perdere terreno in confronto agli altri paesi. Nel 2008 fa un certo effetto sentire parlare ancora di cinema italiano in crisi. Il vero problema è che non ci confrontiamo con il resto del mondo, rimaniamo ancorati nel nostro piccolo porto. E’ ridicolo che l’industria cinematografica italiana possa ancora oggi sopravvivere – ma non so per quanto – su una decina di progetti vincenti l’anno.

11 Febbraio 2008

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