Aveva un sorriso dolcissimo, ma era il volto del più spietato trafficante di droga del piccolo schermo.
Mark Margolis, l’Hector Salamanca della serie tv Breaking Bad – Reazioni collaterali (2009-2011) è morto oggi a 83 anni al Mount Sinai Hospital di New York, a seguito di una breve malattia. Lo ha annunciato suo figlio, Morgan Margolis, attore e Ceo di Knitting Factory Entertainment, come riporta The Hollywood Reporter.
Il suo personaggio era un boss del cartello messicano dei narcos rimasto muto e paralizzato a seguito di un colpo apoplettico: per comunicare utilizzava un campanello installato sulla sua sedia a rotelle.
Era noto anche per la serie Better Call Saul, dove interpretava Don Héctor ‘Tio’ Salamanca, spin-off, prequel e sequel di Breaking Bad, andata in onda dal 2015 al 2022.
Già molto tempo prima, Margolis si era distinto nel ruolo del killer boliviano Alberto nel film Scarface di Brian De Palma (1984); poi nei panni del padrone di casa dalla voce roca Mr. Shickadance che cerca una casa in affitto in Ace Ventura: l’acchiappanimali (1994); quindi, dal 1998 al 2003, nei panni del boss mafioso con infezione da Hiv Antonio Nappa nella serie tv Oz.
Nato a Filadelfia, in Pennsylvania, il 26 novembre 1939 da una famiglia ebraica, aveva studiato recitazione con Stella Adler presso il prestigioso Actors Studio di New York.
Tra le numerose interpretazioni, Mark Margolis aveva recitato nel ruolo di un anziano insegnante di matematica per Darren Aronofsky in Pi greco – Il teorema del delirio (1998), poi era apparso nei successivi cinque film del regista: come venditore in Requiem for a Dream (2000); come prete in The Fountain – L’albero della vita (2006); nel ruolo del padrone di casa di Randy ‘The Ram’ Robinson (Mickey Rourke) in The Wrestler (2008); come mecenate del balletto in Black Swan – Il cigno nero (2010); e come ‘angelo caduto’ in Noah (2014).
“Sono solo un attore operaio” – disse Margolis in un’intervista citata da The Hollywood Reporter. “A dire la verità, sei mesi dopo Scarface, ho dovuto accettare un lavoro con un amico di sviluppo immobiliare per alcuni mesi solo per tirare avanti. I fan che mi incontrano per strada “pensano che io sia una specie di ragazzo ricco, che tutti nei film stiano facendo i soldi che sta facendo Angelina Jolie”, ha spiegato. “Non si rendono conto che la maggior parte della mia vita è stata una lotta“.
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