A Roma una Festa “grandi firme”

Carlo Verdone e Paola Cortellesi, Wes Anderson e Donna Tartt, Joel Coen e Frances McDormand: la nuova versione del festival punta sui personaggi


“Il Festival di Venezia resta competitivo, così come quello di Torino. Roma, invece, ospita una Festa, con incontri, ospiti e 35 titoli che non sono interessati alla gara ma a una vetrina internazionale importante”. Il ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini dà la sua benedizione ufficiale alla nuova veste del Festival, anzi Festa del cinema di Roma. La presidente della Fondazione Cinema per Roma Piera Detassis e il direttore artistico Antonio Monda hanno infatti convocato la stampa per dare le linee guida della rassegna, che si svolgerà dal 16 al 24 ottobre. Linee guida ma nessun titolo o quasi. Però è già un primo assaggio del clima che si respirerà in città durante la kermesse, un clima di grande cinema a prezzi popolari e di incontri affollati con personaggi di prima grandezza. Una formula che piace anche al sindaco Ignazio Marino e all’assessora alla Cultura Giovanna Marinelli.

Ma è soprattutto il ministro a dare il suo sostegno convinto al nuovo corso: “Il Paese deve fare sistema – insiste Franceschini – crediamo molto in un mondo del cinema che lavori di concerto. Dopo Cannes si è parlato tanto del sistema francese, che è caratterizzato dall’orgoglio di sé e dal sottolineare le cose che funzionano. In Italia continuiamo a lamentarci delle cose che non vanno, mentre le risorse sono aumentate, il tax credit ha riportato a Roma le produzioni internazionali, riattivando Cinecittà, con la Rai pronta a occupare alcuni capannoni per realizzare fiction”. Il MiBACT è entrato, attraverso Luce Cinecittà, nel cda della Fondazione. E tra le novità che vengono annunciate c’è la scelta di ospitare il nuovo mercato, il Nia, alle Terme di Diocleziano, scelta che strappa l’applauso. “E’ una location unica al mondo, che nessun altro mercato può avere – sottolinea il ministro – abbiamo spezzato il tabù a usare luoghi archeologici per questo tipo di attività”.

Piera Detassis sottolinea il modello unico della Festa, “cinema per 365 giorni l’anno facendo rete con quello che esiste sul territorio, in primo luogo le sale, attraverso un accordo con l’Anec”. I film arriveranno così (in replica) in tutte le zone di Roma, dal Pigneto (dove il Nuovo Aquila continuerà a vivere grazie alla Fondazione in attesa di una nuova gestione da decidere in autunno) al Tuscolano a Trastevere. La natura popolare della kermesse è sottolineata dalla scelta di dare un solo premio, quello del pubblico. Monda non vuole dare titoli ( “li annunceremo via via in attesa della conferenza stampa ufficiale già fissata al 29 settembre”) , ma gioca la carta dei nomi. Sono i protagonisti dei tanti incontri, che saranno il fiore all’occhiello della manifestazione. Le parole chiave della festa sono discontinuità, rispetto al passato ma anche rispetto ad altre realtà simili, ovvero niente competizione con Venezia o Torino; qualità e varietà. “Abbiamo eliminato tutte le sezioni, a parte Alice nella città. Ci saranno 30/35 film diversi per genere, dal documentario all’animazione, dalle serie tv ai lungometraggi che siano mainstream o d’autore. Avremo tre fasce: film, retrospettive, incontri”. Una retrospettiva è dedicata ad Antonio Pietrangeli, in collaborazione con Luce Cinecittà (a novembre andrà a New York grazie a un accordo col MoMA), l’altra a un autore americano vivente. Poi Monda anticipa alcuni degli incontri in programma: “Wes Anderson e Donna Tartt ci spiegheranno perché amano il cinema italiano; Joel Coen e Frances McDormand racconteranno come marito e moglie possano lavorare insieme, William Friedkin ci parlerà di un regista italiano vivente, Renzo Piano illustrerà il rapporto tra cinema e architettura, Paolo Sorrentino porterà un suo inedito in prima mondiale e discuterà dei suoi film preferiti”. Ci sarà anche un omaggio a Pier Paolo Pasolini a 40 anni dalla tragica morte, curato da Mario Sesti e Matteo Cerami; Carlo Verdone e Paola Cortellesi duetteranno sul tema della comicità. “Tutti i selezionatori, compreso me, hanno scelto un film che considerano significativo e spiegheranno perché, tra questi ci sarà Gli ultimi fuochi di Elia Kazan, restaurato dalla Cineteca Nazionale”, conclude il direttore.  

Il cinema italiano avrà uno spazio privilegiato? “Detesto l’idea delle quote, si aiuta di più il cinema italiano con la selezione, non fa bene all’industria prendere un film solo perché è un prodotto nazionale”. Insomma, con un budget di 3,6 mln (un terzo rispetto a Venezia), un giorno in meno e una sala in meno rispetto agli anni scorsi, la Festa di Roma punta su un’identità unica. “Non cerchiamo le anteprime mondiali a tutti i costi, anche se ne avremo cinque o sei, se un film è già stato a Toronto o Telluride sarebbe follia privarne il pubblico romano”.

15 Giugno 2015

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