Franco Zeffirelli, alla presenza di Edith Gabrielli – direttrice del Polo Museale del Lazio – Marina Cogotti – direttrice di Villa d’Este a Tivoli – con la moderazione di Caterina D’Amico, ha presentato la mostra Zeffirelli. L’arte dello spettacolo, aperta al pubblico dal 14 maggio al 18 ottobre, quale anticipazione dell’Archivio permanente del maestro fiorentino, di prossima apertura nella sua città natale. Il giardino privato di Villa Zeffirelli a Roma ha fatto da cornice alla presentazione, dedicata alla stampa, della mostra, nel consueto clima che Franco Zeffirelli, come ribadisce Caterina D’Amico, ha sempre prediletto, ovvero un’armonica mescolanza tra lavoro e vita personale. Sfogliando il catalogo, osservando le immagini in anteprima di quello che è l’allestimento, spiccano “il genio, la fantasia e l’ingegno di Zeffirelli”, come spiega Gabrielli, mostrando l’eredità più nobile dell’artigianato italiano, “un anello di congiunzione tra Rinascimento e made in Italy”, prosegue la direttrice del Polo.
Il maestro ha ideato la mostra, curata da Marina Cogotti, Pippo Zeffirelli Pisciotto e Caterina D’Amico, che spiega di aver collaborato con orgoglio al catalogo, un lavoro ampio e diversificato, con una grande varietà di contenuto e uno spessore amplificato dalla presenza dei bozzetti, carichi di un valore artistico quasi più intenso delle opere finite; per realizzare il catalogo, tutte le opere presenti sono state analizzate singolarmente con il supporto del racconto di Zeffirelli sulla concezione scenica iniziale di ciascuna, a cui hanno fatto da indispensabile corredo le intuizioni cresciute man mano. D’Amico afferma quanto la fortuna di Zeffirelli e della sua opera sia stata una conquista sudata, ma “con allegria e senso dell’umorismo”, cosa che il maestro commenta: “non debbo ringraziare proprio tutti (gli essere umani)… ma ho grande gratitudine verso il destino, che da un’infanzia interrotta mi ha permesso di dare vita al lavoro come ad un incantesimo, nel nome della bellezza”. Caterina D’Amico prosegue precisando che la mostra, e poi quello che sarà l’Archivio permanente, sono stati possibili per la forza che Franco Zeffirelli ha avuto nel conservare, sempre, tutto il materiale che gli è stato di supporto per elaborare i suoi progetti, riferendosi sia all’archivio che alla biblioteca, cosa che ora permette che questo mastodontico patrimonio culturale e artistico sia consegnato alla fruizione pubblica.
“Ho trovato divertente fare il ‘matto’ con il lavoro, credo di aver creato un bel po’… e spero che questo rimanga a incoraggiare gli animi, e ancora voglio continuare a fare”, dice Zeffirelli, che apre il catalogo con le immagini di Anna Magnani e Maria Callas, donne che, lui stesso precisa, non poteva non scegliere perché “non sono solo giganti della cultura ma anche amiche vere che mi hanno dato l’occasione di mangiare il mio pane quotidiano”. La mostra apre al pubblico domani, 14 maggio, presso Villa d’Este a Tivoli, la cui direttrice commenta il progetto così: “Zeffirelli si sente un figlio del Rinascimento, quindi lui e la sua opera sono congeniali alla Villa (rinascimentale)”.
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