Nastassja Kinski, a Roma l’icona del Cinema d’autore europeo

L'attrice di 'Paris, Texas' incontra il pubblico di Alice nella Città ricordando i set che ne hanno segnato la carriera. Da Fellini a Zucchero, infinito l'amore per l'Italia


ROMA – Icona senza tempo del miglior cinema d’autore europeo, Nastassja Kinski ha passeggiato per le strade della città eterna celebrando nel corso di una masterlcass organizzata da Alice nella Città le donne che hanno segnato quest’arte. Una “fonte d’ispirazione” per l’attrice di Paris, Texasche ha sottolineato a più riprese la speciale affinità con il genio italiano. Si dice che Fellini la volesse per il suo Intervista, ma non ci fu l’occasione: “Era un regista brillante, un uomo che ci fa ricordare quanto sia importante avere dei sogni. Ricordo che amava molto mio marito produttore perché diceva sempre sì e aveva capita che doveva lasciarlo libero. Quando ha voluto sul set gli elefanti, li ha avuti”.

Kinski si offre a giornalisti, fan sorpresi per le strade di Roma e spettatori della masterclass con il medesimo e appassionante trasporto. Un’emozione piena che non la tradisce, la sostiene. Le risposte sono ampie, generose, calcolate in seguito a premesse che attraversano storia del cinema e società con una chiarezza raggiante, anche quando il discorso tocca temi più delicati e vicini al presente.

Prima di ricevere il Women Excellence Award International, riconoscimento che celebra le donne che hanno influenzato positivamente il mondo della cultura e del costume, Kinski ha attraversato Via Condotti – iconica strada della moda a Roma – indossando uno dei Petit Robes Noires della Maison Gattinoni, originariamente ideato per Anna Magnani. Kinski ha invitato le donne di tutto il mondo a riunirsi in un momento di riflessione: “perché non possiamo andare avanti senza amore”.

Da qui le riflessioni sulle condizioni del mondo, attraversato da nuovi venti di guerra: “Penso che anche Anna oggi ci chiederebbe: cosa stiamo facendo? Ci direbbe di fare l’amore, fare la pace. Capirci anche se diversi – arringa dal palco, ribadendo il messaggio. – Dobbiamo unirci, non odiarci, non ucciderci gli uni con gli altri. Siamo sempre più vicini tra noi, ma allo sesso tempo stiamo vivendo una terribile tragedia. Come dice Imagine, non dobbiamo pensare alle divisioni. Dobbiamo fare come ha fatto Greta Thunberg, che giovanissima è riuscita a mettere insieme ragazze ebree e palestinesi per sostenere che la Palestina deve essere libera“.

Punto fermo della conversazione con Kinski è l’amore per l’Italia, che si affaccia curioso su ogni scorcio d’arte offerto dallo stivale. Tra cinema e musica ricorda il legame con Sergio Rubini (“da quando lo vidi nel bellissimo La stazione“), Lina Wertmuller, Francesco Maselli, e le canzoni storiche, “dove trovo la vostra anima come recita il titolo della canzone di Pino Daniele. Mi piacciono Marco Mengoni, Zucchero”. Con Fornaciari – anche lui alla Festa del cinema di Roma 2023 con un film concerto Zucchero – Sugar Fornaciari – sogna un duetto su Everybody’s Got To Learn Sometime, “un invito alla pace”.

L’attrice ha ricordato anche le esperienze segnanti sui set dei fratelli Taviani (Il sole anche di notte) e Alberto Lattuada (Il sole anche di notte), con i quali ha affinato la propria conoscenza, e rispetto, per l’Italia. Da piccola, Kinski visse a Roma: “Ricordo l’Appia antica e quando ho saputo che anche Cleopatra l’aveva attraversata tra i tanti”.

Numerosi i set attraversati e i premi stretti al petto, a tal punto che dopo tanto sperimentare Kinski ha chiaro il cinema che cerca per sé: “Sullo schermo voglio interpretare ruoli positivi, non oscuri, che dicono la verità, che rimangano addosso. Come succede a me. I miei ruoli restano tutti con me”. Il suo preferito? L'”assurdamente malinconica” Tess di Roman Polanski.

Alessandro Cavaggioni
26 Ottobre 2023

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