VENEZIA – Mancano poche ore alla cerimonia di premiazione di Venezia 80. Al netto degli ultimi titoli mancanti, si può già avere un’idea di quali siano i favoriti per entrare nel palmarès, i film sui cui puntare per chi ancora dovesse consegnare la propria formazione del FantaLeone, il fantasy game di CinecittàNews. Grazie alla nostra rubrica “Da 1 a 5” abbiamo riportato i giudizi, spesso non concordanti, dei critici, ma il dibattito è aperto in ogni angolo del Lido, e non solo. Cosa voteranno i giurati di questa 8o° edizione?
Tra tutti, il film che sembra avere ottenuto un maggiore un riscontro è Poor Things (Povere creature!), il nuovo film del regista greco Yorgos Lanthimos, già vincitore a Venezia di un Gran premio della giuria e di un premio alla Miglior sceneggiatura. Il film che adatta in maniera visionaria il mito di Frankenstein ha convinto davvero tutti e difficilmente uscirà senza premi. Probabile un Leone d’oro o d’argento, meno la Coppa Volpi alla protagonista Emma Stone, già vincitrice ai tempi del La La Land, diretto dal presidente di giuria di questa edizione, Damien Chazelle (che potrebbe quindi avere difficolta’ a schierarsi per lei).
Tra gli altri papabili per il Leone d’oro ci sono due film dalla tematica forte. The Green Border (Il confine verde) di Agnieszka Holland, ambientato nel confine tra Bielorussia e Polonia durante la crisi migratoria del 2001 è un film indubbiamente da premio. Inoltre, le tre registe in giuria – Jane Campion, Mia Hansen-Løve e Laura Poitras – potrebbero fare squadra assegnare al film di una loro collega donna uno dei premi più ambiti. C’è poi Io, Capitano di Matteo Garrone, storia del viaggio di due adolescenti senegalesi e del loro pericoloso sogno europeo. Quest’ultimo, certamente il più acclamato tra i film italiani in concorso, dovrebbe facilmente andare a premi, aggiudicandosi anche il Premio Mastroianni al miglior attore emergente per il giovane protagonista Seydou Sarr.
Un po’ meno quotato, ma da tenere in considerazione per vari motivi, anche per la giovane età dell’autore, è un altro film italiano: Enea di Pietro Castellitto, titolo più divisivo di quello di Garrone, ma che potrebbe avere attirato l’attenzione della giuria grazie alla sua spregiudicatezza. Il giurato italiano Gabriele Mainetti potrebbe battersi per inserire nel palmarès almeno uno dei ben sei film italiani, una presenza che è difficile immaginare possa rimanere senza premi pesanti. Garrone e Castellitto sono di certo quelli con le migliori carte da giocare.
Nella short list, non può mancare il toccante Il male non esiste di Ryusuke Hamaguchi, reduce dalla vittoria del Premio Oscar con il suo Drive My Car. Da segnalare qui un’altra favorita per il Mastroianni: la piccola Ryo Nishikawa. Per il premio al miglior emergente anche due italiani: Rebecca Antonaci protagonista di Finalmente l’alba di Saverio Costanzo e Gianmarco Franchini in Adagio, di Stefano Sollima.
Infine, ci sono alcuni possibili outsider un po’ meno quotati ma che potrebbero aver colpito favorevolmente la giuria: El Conde, la brillante satira su Pinochet del regista cileno Pablo Larraín, papabile tra le altre cose per la sceneggiatura e, soprattutto Maestro di Bradley Cooper, che potrebbe toccare le corde “musicali” del presidente Chazelle e della giurata Campion. Il film sul compositore e direttore d’orchestra Leonard Bernstein è in pole anche per le due Coppe Volpi, che potrebbero essere assegnate allo stesso Cooper o a Carey Mulligan, intensissima nell’interpretare Kitty Bernstein.
Restando sui premi attoriali segnaliamo tra gli uomini Mads Mikkelsen in Bastarden e Caleb Landry Jones in Dogman. Per le donne sono in ballo Aunjanue Ellis-Taylor in Origin, Lea Seydoux ne La bete, e Cailee Spaeny nel discusso Priscilla, senza comunque escludere l’eccezionale Emma Stone. Nel ragionamento va, però, inserita a scatola chiusa l’attrice premio Oscar Jessica Chastain, protagonista di Memory di Michel Franco, che chiuderà il concorso domani.
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