ROMA – Dopo Gemma e Dafne, Federico Bondi presenta Fuori concorso alla 21ma edizione di Alice nella Città Viola, protagonista del suo ultimo film Superluna. “Non è un fil rouge quello delle figure femminili” ci racconta, “mi innamoro delle storie, ma magari faccio sempre lo stesso film perché la testa che li produce è sempre quella. Magari realizzerò tra qualche anno perché questo tema ritorna”. In Superluna Viola è la porta d’accesso al mondo di un gruppo di bambini di una piccola comunità di sfollati in seguito a un terremoto. Lei il nostro punto di vista, che ribalta la tragedia e con uno sguardo di meraviglia scopre un’avventura unica. Con le case inaccessibili e la popolazione per le strade, Viola riscopre una natura prima di allora estranea. Trasforma il sisma, se ne invaghisce con l’ingenuità di chi, nonostante tutto, sta scoprendo nel disastro un altro mondo, più aperto alla natura e all’altro.
“Cito sempre Rodari – prosegue Bondi – ‘dopo il terremoto tra i tendoni la vita rimbalza elastica, non vuole altro che vivere’, ed è vero, l’ho respirato. Sono andato in una scuola elementare. Ho avuto l’opportunità di entrare dentro una scuola elementare dopo un sisma che non aveva causato morti: ho ascoltato i docenti e soprattutto i bambini, e mi hanno colpito tantissimo. Ognuno di loro si chiedeva quale fosse il senso del terremoto. Tentavano di dargli un volto attraverso dei disegni. Una rappresentava la casa quasi del tutto crollata, di cui restava solo un muro rosso, la famiglia era fuori in piedi, tutti vivi, ma c’era una finestra al centro di questo muro rimasto in piedi che ricordava un occhio come un Polifemo. Da questa immagine e dall’ascolto di queste storie è nato il film”.
In Superluna scopriamo la piccola comunità di sfollati sopravvissuti alle proprie case rase al suolo dal sisma. Per la piccola Viola le tende della protezione civile diventano centro di un’esperienza umana a cui, lo sottolinea con forza Bondi, i dispositivi digitali ci hanno strappato via. “Invece di guardare sempre basso, verso gli smartphone, alziamo gli occhi al cielo, guardiamola questa superluna, emblema di questa natura che inquieta e incanta allo stesso tempo”.
Se gli adulti del film bramano con le unghie e con i denti il ritorno alla normalità -pur ritrovando anch’essi uno sguardo e un ascolto del tutto dimenticati -, all’equilibrio spezzato da un boato della terra i bambini scoprono sentimenti come complicità e amicizia.
“Il contrario del lockdown. Ma a parte questo, che sicuramente ha inciso nella vita di tanti adulti, adolescenti, bambini, io ho amici con figli che tendono a non uscire, che non vogliono uscire, misurarsi con gli altri. In Superluna abbiamo due bambini che non fanno altro che aprirsi agli altri, che inseguono proprio l’altro, perché è l’unico modo per capirsi e conoscersi. Bisognerebbe recuperare l’ascolto dell’altro. Ascoltare e stare attenti, perché siamo così distratti dai dispositivi vari”.
Il senso del film è tutto qui: riscoprire l’ascolto. “Una cosa sempre più difficile” assicura Bondi. “Viola si convince che il terremoto sia come un amico che la viene a trovare. Le sembra di essere in campeggio, vorrebbe non tornare indietro a quella normalità che gli adulti invece sognano”.
Nel cast, oltre alle piccole protagoniste Francesca Raffone e Olivia La Terra Pirré, anche Lino Musella, Antonia Truppo, Carmen Pommella, Vincenzo Pirrotta, Anna Bellato, Max Malatesta e Fabrizio Rongione. Superluna è prodotto da Vivo film con Rai Cinema e Tarantula. Al momento non ha ancora una distribuzione.
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