VENEZIA – Sofia Coppola porta al Lido Priscilla, in Concorso: “sono rimasta colpita dall’autobiografia di Priscilla Presley sugli anni che ha vissuto, da giovane donna, a Graceland. E ho cercato di cogliere cosa provasse nell’immergersi nel mondo di Elvis, per poi alla fine riemergerne e scoprire la sua identità. Mi hanno sempre interessato i concetti riguardanti l’identità, il vissuto e la trasformazione degli individui. Questo film indaga il modo in cui Priscilla è diventata quello che è, e cosa significhi e abbia significato essere donna per lei e per le generazioni successive. Ed è per questo che nella storia di Priscilla, pur essendo unica, ci possiamo incredibilmente identificare tutte”.
Stessa data, il 4 settembre, per il Coup de Chance di Woody Allen, Fuori Concorso, che parla dell’importante ruolo che il caso e la fortuna giocano nelle nostre vite. Fanny e Jean sembrano la coppia di sposi ideale: sono entrambi realizzati professionalmente, vivono in un meraviglioso appartamento in un quartiere esclusivo di Parigi, e sembrano innamorati come la prima volta che si sono incontrati. Ma quando Fanny s’imbatte accidentalmente in Alain, un ex compagno di liceo, perde la testa. Presto si rivedono e diventano sempre più intimi…
Per l’Italia, di e con Luca Barbareschi, che l’ha anche co-prodotto, The Penitent: “La versione teatrale di questo testo tanto quanto la versione cinematografica segue lo schema del thriller. La sceneggiatura scritta da un genio come David Mamet si ispira a un caso di cronaca, il caso Tarasoff. Protagonista è uno psicanalista a cui è stata distrutta la vita per l’accanimento di altri due protagonisti, che sono, il sistema giudiziario invadente e la comunicazione pilotata. Quando la vita privata di un uomo si scontra con il meccanismo di una comunicazione che non è divulgazione elaborativa di notizie, ma è diffamazione, decisa a dare giudizi piuttosto che a informare, nasce un conflitto. Ma perché succede questo? Mamet dice: ‘Perché la natura umana è crudele’”.
Le Giornate degli Autori, poi, sempre per il cinema italiano, presentano: L’avamposto di Edoardo Morabito e Con la grazia di un Dio di Alessandro Roja.
Ancora, Neo Sora per Opus, dichiara che “Sakamoto diceva che il piano era il prolungamento delle sue mani e ho voluto mostrare l’intreccio tra esecutore e strumento; come il respiro di Sakamoto si mescolava allo scricchiolio e al sibilo dei meccanismi del pianoforte. Il dialogo tra i due organismi estraeva le rispettive corporeità. Il film, memore della fascinazione di Sakamoto per il tempo, è progettato in modo da evocare visivamente il passare di questo nel corso di un’intera giornata. Mentre il tempo passa, la luce cambia, completando un cerchio, per poi ritornare alla posizione originale. Il film è girato in bianco e nero: spero di aver catturato il modo in cui la vita di Ryuichi Sakamoto, densa di sperimentazione, curiosità e innovazione, sia ritornata alle origini, al pianoforte”.
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