VENEZIA – Seria ipoteca sul Leone per Povere creature!, il nuovo film di Yorgos Lanthimos, in concorso a Venezia e dal 25 gennaio nelle sale con la Walt Disney Italia. Ispirato all’eterno mito di Frankenstein, nella versione dello scozzese Alasdair Gray (1992), che rilegge la figura della Creatura al femminile, vuole essere un romanzo di formazione e un manifesto di liberazione. E’ affascinante e indimenticabile la protagonista Bella Baxter nell’interpretazione di Emma Stone, anche produttrice, che ne fa inizialmente una marionetta sguaiata e senza freni per poi, via via, trasformarla in una giovane donna che sa ciò che vuole e ciò che non vuole e che si muove al di fuori delle convenzioni della società contemporanea, della civiltà delle buone maniere.
Il regista greco, ma dalla carriera internazionale, Gran Premio della Giuria qui a Venezia nel 2018 con La favorita, ha costruito un mondo affascinante e variegato, dove muovere il suo personaggio alla ricerca di avventura, piaceri e libertà, che rovescia i rapporti di forza con gli uomini. E il sesso – agito o parlato – è una delle armi di liberazione per Bella, che passa anche per l’esperienza di un bordello parigino.
“Questo personaggio mi è piaciuto più di qualsiasi altro che abbia mai letto: è senza pregiudizi, sperimenta il mondo nei suoi termini e questa era la linea da seguire per trasformarlo in un film”, afferma il regista, scrittore e produttore greco. “Ho amato l’essenza del romanzo che è presente nel film. Credo sia un tema davvero contemporaneo”, spiega ancora Lanthimos.
Bella (Emma Stone) è una giovane suicida riportata in vita dal brillante e mostruoso scienziato Godwin Baxter (Willem Dafoe). La ragazza è promessa sposa all’assistente del dottore, uomo gentile e rispettoso, ma viene sedotta da un avvocato libertino (Mark Ruffalo) e scappa con lui a Lisbona. Da lì inizia un viaggio di conoscenza di se stessa e del mondo maschile, passa per Alessandria d’Egitto e Parigi, vende il suo corpo in una casa d’appuntamenti dove le prostitute sono socialiste e filosofe, torna infine a Londra completamente trasformata e pronta a reagire ad ogni sopruso.
“Il film parla di libertà, del modo in cui percepiamo il mondo, della posizione della donna e dell’uomo nella società, delle relazioni tra uomini e donne. Le cose sono cambiate ma non molto dagli anni ’90 in cui fu scritto il libro”, osserva il regista. “Trovo che il tema sia contemporaneo in ogni suo aspetto. Solo la forma è il romanzo gotico, d’epoca, ma per parlare di temi moderni”.
Molte le scene di sesso, su cui il regista si sofferma in conferenza stampa. “Il sesso fa parte della tematica del film, della libertà del personaggio – dice Lanthimos – ma non volevo fare un film eccessivamente forte”. E rivela di aver usato sul set un coach per quelle scene, un coordinatore d’intimità, che ha messo gli attori a loro agio creando un clima confortevole. Si tratta di una figura nata dopo il #MeToo con lo scopo di mettere a proprio agio i soggetti coinvolti.
Sulla protagonista Emma Stone, assente da Venezia, puntualizza: “Emma non si vergogna della nudità del suo corpo quando gira le scene di sesso. Abbiamo fatto quattro film insieme e comunichiamo anche senza doverci spiegare tutto. Lei capisce al volo. Esperienza straordinaria”. Molte sequenze non erano preparare nei dettagli. “Non c’era alcuna sceneggiatura per le scene di sesso, ma ci siamo messi lì e abbiamo detto ‘cosa manca’?, per renderlo abbastanza una rappresentazione del desiderio umano. Era importante per tutti noi, far parte del film senza vergognarci e tirarci indietro”.
Povere creature! è stato girato in gran parte a Budapest con scenografie immaginifiche e costruzioni ricche di spunti fantastici. “Abbiamo fatto un tour in Europa per trovare in luogo, perché il regista voleva costruire tutto ex novo – spiega lo scenografo James Price – Al di fuori di Londra non c’è nessun altro posto in Europa dove avremmo potuto girare se non Budapest. Le città erano interamente da ricostruire: Londra, Parigi, Lisbona, tutte ricostruite da zero. Nessuna era reale. Ci serviva dunque un grande studio a cielo aperto”. Il motivo lo spiega lo stesso regista: “Mi sono reso conto che dovevo costruire un mondo che non poteva essere il mondo che noi conosciamo, ma che fosse adattato agli occhi della protagonista. Questo ci ha portato a immaginare un mondo nuovo, interamente concepito da zero”. Da citare come artefice del look straordinario del film anche la costumista Holly Waddington.
La pellicola, prodotta da Elements Pictures e distribuita da Searchlight Pictures, The Walt Disney Company Italia/Searchlight, ha un’uscita posticipata a causa dello sciopero Sag-Aftra e Wga, per consentire alle star di partecipare al lancio commerciale.
di Cristiana Paternò
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