La proprietà non è più un furto (1973) di Elio Petri è stato il suo esordio, dopo la formazione al Teatro Stabile di Torino: Flavio Bucci, nato nel capoluogo piemontese 72 anni fa da famiglia di origini molisano-pugliesi, è stata una delle maschere attoriali più caratteristiche del nostro spettacolo, sin da quel Ligabue televisivo del ‘77 che lo ha visto protagonista e consacrato, diretto da Salvatore Nocita.
Damiani, Sironi, Montaldo, Monicelli, Argento, Salvatores tra gli autori che lo hanno diretto, fino al più recente Sorrentino per Il Divo (2008), dove è stato Franco Evangelisti.
Una lunga e prestigiosa filmografia la sua, significativo anche il mestiere d’attore fatto per il teatro, ricorrentemente con Marco Mattolini, come il recentissimo E pensare che ero partito così bene… autobiografia dello stesso attore.
In un’intervista rilasciata a la Repubblica, parlando della vita, Bucci raccontava: “Se faccio un esame di coscienza, ho commesso tanti errori e stupidaggini, ma niente è accaduto invano collezionando la bellezza degli incontri, l’umanità in generale, e m’è andata bene perché non sono mai stato perfetto ma l’attività artistica m’ha stimolato a lungo la fantasia, e grazie alla professione mi sono identificato in più vite, ho avuto il cervello continuamente in moto, conoscendo un destino non normale, sublime, appagante”.
Il poliedrico autore newyorkese è considerato uno degli scrittori più influenti della sua generazione
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