“Il cinema è da sempre una grande fonte di ispirazione per me. Tutta la mia musica la concepisco come fosse una colonna sonora senza film”, diceva Ryuichi Sakamoto. Parole che risuonano oggi come riflesse in uno specchio: con la sua scomparsa, infatti, il cinema mondiale perde una parte della sua anima.
La notizia della morte del grande compositore giapponese, avvenuta martedì scorso a seguito di una lunga battaglia contro il cancro, è stata diffusa solo ieri dalla sua agenzia, come lui stesso aveva indicato. “Sono una persona timida – diceva di sé – non sono abituato, né amo mostrare la mia vita quotidiana”.
Musicista poliedrico, Sakamoto nasce a Nakano nel 1952. Attraversa vari generi musicali ed è uno dei primi a sperimentare la ‘contaminazione’ tra le suggestioni etniche orientali e quelle elettroniche dell’occidente, per poi reinventarsi più volte, sempre portando un importante contributo al discorso musicale contemporaneo. Nella sua lunga carriera riceve numerosi e prestigiosi riconoscimenti, tra cui il premio Oscar nel 1987 per la colonna sonora de L’ultimo imperatore, di Bernardo Bertolucci. Se ne va a 71 anni insieme alle musiche che hanno creato la magia e l’atmosfera di tanti grandi film: provare per credere, a distanza di decenni è sufficiente premere un tasto play e ascoltarne le prime note per ritrovarsi davanti agli occhi le scene.
Sale alla ribalta della scena musicale internazionale con la Yellow Magic Orchestra, che negli anni ’80 – ’90 lancia il pop giapponese, ma è da solista che dedica al cinema gran parte della sua carriera. Non a caso viene invitato a numerosi Festival internazionali: in Italia ricordiamo i più recenti, a Venezia da giurato nel 2013 e a Locarno nel 2020. Nel 2017 il cinema gli rende omaggio con il documentario Ryuichi Sakamoto: Coda, fuori concorso nell’edizione di quell’anno alla Mostra del cinema di Venezia. Oltre alle musiche per L’ultimo imperatore, scritte con David Byrne e Cong Su e premiate con un Oscar e un Grammy, Sakamoto compone anche la colonna sonora di altri due capolavori di Bertolucci, Il tè nel deserto nel 1990 e tre anni dopo Il Piccolo Buddha. Prima di questi, nel 1983, sue sono le musiche di Merry Christmas, Mr.Lawrence, di Nagisa Ōshima, con cui tornerà a lavorare anche nel 1999, per la colonna sonora di Tabù. Poi, nel 2015, compone quelle di Revenant, di Alejandro González Inárritu. Seguono molte altre soundtrack, tra cui alcune per altri grandi registi: quelle per Tacchi a Spillo di Pedro Almodòvar (1991), Omicidio in diretta e Femme Fatale di Brian de Palma (1998 e 2002). Due anni fa, nel 2021, aveva composto le musiche per Beckett, dell’italiano Ferdinando Cito Filomarino.
Ed è proprio a Oshima e Bertolucci che Sakamoto regala le sue rare prove d’attore: in Merry Christmas, Mr.Lawrence, è al fianco nientemeno che di David Bowie. “Recitare è una cosa che non ho cercato, ho accettato di farlo solo perché me l’hanno chiesto registi che ammiro moltissimo, come Nagisa Oshima o Bernardo Bertolucci (in L’ultimo imperatore). Ecco, solo se me lo chiedesse un altro cineasta che amo molto potrei accettare un altro ruolo”.
Figlio di un noto editore nipponico, Ryuichi Sakamoto inizia a studiare scrittura musicale a soli dieci anni, affascinato da Debussy e dai Beatles, già ascoltatissimi anche in Giappone. Nel 1978, fonda il gruppo di musica techno-pop YMO, con Haruomi Hosono e Yukihiro Takahashi. Suona con molti musicisti, specie con Alva Noto con cui pubblica cinque album. Nel 2017 è la volta di Async, da solista, mentre a gennaio del 2023 esce il suo ultimo lavoro, 12.
Oltre ad essere il grande musicista e compositore noto al pubblico di tutto il mondo, già dalle tragedie dello Tsunami e di Fukushima Sakamoto è molto sensibile ai più grandi problemi del suo tempo e si impegna come attivista ambientalista. Nel 2011, insieme a oltre 300 personalità artistiche, è tra i firmatari di un appello contro l’atomo a uso civile, letto poco prima del minuto di silenzio in memoria delle vittime e del terremoto e del maremoto. Negli ultimi anni è testimonial del movimento “Sayonara Genpatsu” (addio alle centrali nucleari), al fianco del Nobel per la Letteratura Kenzaburo Oe. Nel 2014 partecipa alla grande manifestazione di protesta a Tokyo per il terzo anniversario della catastrofe di Fukushima, suonando in piazza con un tablet un brano composto un mese dopo lo tsunami, in omaggio alle vittime della seconda catastrofe. “Fukushima ha avuto un grande impatto su di me. Ero già consapevole dei problemi ambientali, da anni cercavo di ridurre il più possibile le mie emissioni di Co2, ma quel disastro mi ha fatto capire che non avevo ascoltato abbastanza la voce della natura. Una consapevolezza che è molto presente nel mio album Async”.
L’ultimo progetto cinematografico arriva soli tre mesi fa, a gennaio scorso, annunciato da Variety: Ryuichi Sakamoto curerà la colonna sonora di Monster, girato interamente in Giappone dal pluripremiato regista Kore-eda Hirokazu. Il film è in post-produzione da novembre e uscirà nelle sale il 2 giugno prossimo, speriamo che lui abbia fatto in tempo a terminare le musiche. Sayonara, Sakamoto.
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