Sacro, laico o profano?

Su 8½ di novembre il cinema italiano s’interroga sul suo rapporto con la religiosità


Che posto occupano la fede, il sacro e la religione nel cinema di un Paese tradizionalmente cattolico come l’Italia? Dopo anni di presenza defilata e poco centrale, l’attenzione al sacro torna prepotente proprio nel tempo in cui una società sempre più laica sembra lasciar affievolire il proprio rapporto con le sue radici cristiane. Leopardi nei suoi scritti affermava che gli italiani sono il popolo più cinico del pianeta, eppure il cinema italiano pare tornare alla ricerca del sacro. Che posto occupa la religione nel nostro immaginario contemporaneo?

È a questo interrogativo che 8½ dedica la Cover del nuovo numero di novembre. Edito da Istituto Luce Cinecittà in collaborazione con la DG Cinema del MiBAC e Anica, il bimestrale dedicato a Numeri, visioni e prospettive del cinema italiano affida a Monsignor Davide Milani, presidente della Fondazione Ente dello Spettacolo, il compito di individuare i contorni del rapporto tra Chiesa cattolica e grande schermo: dal Christus di Antamoro all’assegnazione del Premio Bresson a una regista ribelle come Liliana Cavani.

La riflessione si sposta poi al piccolo schermo, mezzo che dimostra di saper osare anche grazie alla serie Il miracolo, passando per un excursus tra le opere dei grandi maestri del cinema italiano: non solo Augusto Genina ma anche Roberto Rossellini, Federico Fellini, Luigi Magni, Marco Ferreri, Ermanno Olmi e Marco Bellocchio. E si parla anche di religioni acattoliche, dal protestantesimo al buddhismo. Quattro registi affrontano il tema del sacro: Alessandro Aronadio, Paolo Genovese, Gennaro Nunziante e Alice Rohrwacher.

In totale controtendenza la riabilitazione dello spoiler proposta dalla sezione Inchieste con il pezzo Volete ancora la sorpresina nell’ovetto? firmato dal direttore del magazine, Gianni Canova, che invita i lettori a pensare alle anticipazioni a qualcosa che rende la visione più appetibile, quasi sexy. Il tema è affrontato anche con un fumetto.

Il Focus di questo numero 41 è dedicato all’Algeria: pur avendo vinto la Palma d’oro e l’Oscar per il Miglior film straniero, di fatto non esiste una vera e propria industria cinematografica. Per la sezione Anniversari, ad essere analizzato questa volta è Banditi a Milano di Carlo Lizzani, 50 anni dopo l’uscita in sala. Sul fronte Innovazioni il magazine prova a fare il punto su strategie e assetti, odierni e futuri, della pay tv in Italia con Sky sempre più asso pigliatutto pronta a rilevare Premium dopo il già corposo accordo di inizio estate.

Infine, spazio al volume Non dire viola, pubblicazione di Istituto Luce Cinecittà nata come progetto speciale di ora in vendita in libreria. Un libro dedicato al rapporto tra scaramanzia e grande schermo che raccoglie le testimonianze di 20 protagonisti del cinema contemporaneo. La prefazione è di Luciano De Crescenzo, e il contributo storico di Italo Moscati, mentre il volume è curato da Nicole Bianchi.

Come sempre il bimestrale è consultabile anche nella versione web www.8-mezzo.it dove su di un’unica pagina è possibile curiosare tra le cinque sezioni: homepage, redazione, download del magazine, reprint e contatti. A curare il progetto grafico della testata, nella versione cartacea e per quella online, è 19Novanta Communication Partners.

07 Novembre 2018

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