Tante vite, molte maschere. Russell Crowe è stato, ed è, davvero di tutto. Gladiatore, genio, persino esorcista: da tempo ha donato il cuore all’Italia (recente la conferma di un legame di sangue con Ascoli Piceno), ma i suoi natali li deve alla Nuova Zelanda, mentre custodisce nelle lande selvagge dell’Australia i primi ricordi d’infanzia. Mattatore da palco, da anni Crowe ha una doppia esistenza da attore e musicista; un faro puntato e l’attenzione di tutti, che guardi un microfono o una cinepresa, Crowe sa dare spettacolo. Anche per questo è lui il secondo grande ospite internazionale del Festival di Sanremo, che dopo la discussa ospitata di John Travolta avrà l’onore di affidare il palco all’attore e alla sua band, gli Indoor Garden Party, nella speranza che non vengano interrotti da lezioni di ballo e siparietti poco adatti a un ex Gladiatore. Non sappiamo ancora i programmi che lo riguardano, ma non è la prima volta che l’attore e musicista dà prova, in Italia, dei suoi molteplici talenti. Già nel 2001, a un anno dall’uscita de Il Gladiatore di Ridley Scott, nel massimo momento di fama per il suo protagonista, fu ospite proprio del Festival di Sanremo condotto quell’anno da Raffaella Carrà.
Allora furono i 30 Odd Foot of Grunts (TOFOG) – evoluzione della sua prima band, destinata poi a sciogliersi nel 2005 – ad accompagnare un Crowe dal capello lungo, nascosto dietro un paio di occhiali scuri, una croce al petto e una chitarra acustica. “Sail the ocean” la canzone intonata per il pubblico italiano. Numerosi i pezzi composti dall’attore tra gli anni ’80 a oggi, riproposti a giugno 2023 in occasione di un concerto-evento tenutosi nella scenografia del Teatro Romano agli Studi di Cinecittà. Location ideale per un Gladiatore dal cuore Rock. “Sto lavorando per una data al Colosseo l’anno prossimo” annunciò in quell’occasione.
Nel corso del 2023 Crowe è diventato una delle star più interessanti da seguire sui social, soprattutto per i cinefili italiani. Da mesi infatti girovaga per lavoro e diletto lungo tutto lo stivale, pubblicando simpatiche gag in cui accenna un italiano buffo e stentato, lo stesso che possiamo immaginare sfoggerà questa sera sul palco dell’Ariston. L’attore arriva a Sanremo certo di un’accoglienza calorosa. Non solo perché divo di Hollywood, ma anche perché un po’ italiano. Di recente infatti ha raccontato di essere spesso definito “lo Zio d’Italia”, riferendo divertito dell’approccio familiare mostrato dai fan del belpaese nei suoi confronti. “È tutto nato a Roma. Ora qui mi trattano come se fossi lo zio di tutti, e non è solo una questione di fama o notorietà. Apprezzano le mia qualità artistiche e il lavoro che ho fatto, e questo è bellissimo. È una cosa che in Australia, ad esempio, non mi capita”.
È proprio vero che con Roma e Il Gladiatore la carriera di Crowe ebbe una svolta, quella decisiva. Nel ruolo di Massimo Decimo Meridio, la cui fisicità prestante resta ancora impressa assieme alle intramontabili citazioni (“Al mio segnale scatenate l’inferno!”), Crowe vinse l’Oscar come miglior attore protagonista. Di statuette targate Academy non ne stringerà altre, ma in compenso concorrerà per la categoria miglior interprete maschile anche l’anno successivo, con A Beautiful Mind.
L’attore non prenderà parte al sequel de Il Gladiatore, ora in produzione. Un argomento che non ama trattare, anche se il destino del suo personaggio non poteva certo lasciar sperare in un ritorno in grande stile. In compenso però, sulla soglia dei 60 anni, Crowe vive un periodo di intensa attività tra set e palchi. Dopo essere tornato a Roma nei panni dell’esorcista Padre Amorth in L’esorcista del Papa – clamore avevano fatto le prime immagini con l’attore in piega su una Vespa per il centro della città eterna – Crowe tornerà sul grande schermo con Land of Bad, pellicola d’azione in cui interpreta un pilota di droni dell’USAF. A marzo invece sarà il momento del thriller, con l’adattamento del romanzo di E.O Chirovici Sleeping Dogs, dove interpreta un ex detective alle prese con un caso irrisolto. Non fossero abbastanza i costumi e le maschere, dopo aver debuttato nello sterminato universo Marvel nei panni del dio Zeus per l’ultimo film di Thor – un’occasione ghiotta per l’attore tornato a vestire i panni degli antichi, per quanto divini e reimmaginati – Crowe proseguirà l’incursione nel mondo dei supereroi con Kraven The Hunter, cinecomic targato Sony. Del 2021 invece l’annuncio che lo vedrebbe protagonista del biopic Rothko, che vedrà biopic trasformarsi nel celebre pittore. Ad oggi però non si ha certezza di un’uscita imminente del titolo.
Questa sera Crowe sarà attore e musicista, performer in ogni senso, come la sua carriera testimonia da sempre. Sul palco dell’Ariston porterà con sé gli Indoor Garden Party, e chissà se tra una nota e l’altra regalerà al pubblico di Sanremo gli sguardi intesi del mai dimenticato Massimo Decimo Meridio. Qui l’album degli Indoor Garden Party, The Musical.
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