Riccardo Rossi: debutto nella regia con una commedia generazionale

Tra le novità del listino che Universal Pictures presenta alle Giornate professionali, figura 'La prima volta di mia figlia', esordio dell'attore che è anche l'interprete con Anna Foglietta


SORRENTO. “Dirmi regista è qualcosa di inconfessabile, mi pare una cosa troppo grossa. Però avevo una storia, è piaciuta, mi hanno chiesto se volessi dirigerla. E avevo già risposto di sì prima della fine della domanda”, racconta a CinecittàNews l’attore Riccardo Rossi che debutta da regista. La commedia La prima volta di mia figlia è tra le novità presenti nel listino che la Universal Pictures presenta alle Giornate professionali del cinema.

Che tipo di commedia è La prima volta di mia figlia?
Sentimentale, generazionale senza volerlo, avendo io superato i 50 anni. Non ho figli, ma quel senso di protezione verso una figlia di 15 anni, per una cucciola più giovane che sta per fare una grande esperienza, è una paura universale, senza tempo, generazionale in questo senso.

Quale modello di comicità insegue?
Da romano, non posso non dire Alberto Sordi. Che è vietato rifare, anche se mi piacerebbe. Ho sempre amato Una vita difficile, e quel magone interno, quella nota malinconica, che ho provato a inserire anche in questa mia commedia.

Qual è il nucleo narrativo del film?
La paura di un padre che sua figlia faccia l’amore non si sa con chi per la prima volta. Organizza così goffamente una cena, del tutto patetica, dove la figlia arriva e capisce subito di trovarsi in una situazione-trappola. La prima volta è una data fatidica per ognuno di noi, ma siamo tutti sopravvissuti.

Quando e come nasce la voglia di passare dietro la macchina da presa?
Trent’anni fa, sul set del mio primo film College: eravamo tutti ragazzi, amici, ma piuttosto di stare con i colleghi attori, preferivo passare il tempo con i tecnici, i fonici. Assistetti persino al missaggio di College, all’International Recording: già allora ero curioso e attratto dal dietro le quinte. Poi Luca Infascelli e Chiara Barzini, con cui ho scritto la sceneggiatura, mi hanno incoraggiato: ringrazio loro, e soprattutto Rai Cinema per averci creduto.

Il suo riferimento cinematografico?
Il mio amico direttore della fotografia Maurizio Calvesi, mi sono affidato a lui per ogni cosa. Prima ancora che scrivessi il film, mi disse: “Chiamami quando fai il tuo primo film, non dimenticarlo”. E infatti l’ho tenuto bene a mente.

Come si è regolato con il cast?
I produttori Matteo Rovere e Andrea Paris mi hanno permesso di avere il cast che desideravo. Anna Foglietta, di cui mi ero innamorato per Nessuno mi può giudicare, ha subito detto di sì. Stefano Fresi, che avevo trovato fenomenale in Smetto quando voglio, lo stesso. E Benedetta Gargari, che interpreta mia figlia, è bravissima, bellissima e tenerissima, non mi ha mai dato un problema: alla fine, su quel set, erano tutti più bravi di me.

02 Dicembre 2014

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