Ralph Fiennes: “Un pacifista al servizio del re”

The King’s Man-Le origini, terzo capitolo del franchise cinematografico ispirato alla graphic novel The Secret Service di Mark Millar e Dave Gibbons, dal 5 gennaio nelle sale con la Disney


Com’è nata la King’s Man, l’agenzia di servizi segreti indipendente più elegante al mondo, che ha sede in un negozio di sartoria di Savile Row a Londra? A raccontarlo è l’ultimo film di Matthew Vaughn, The King’s Man-Le origini, terzo capitolo del franchise cinematografico ispirato alla graphic novel The Secret Service di Mark Millar e Dave Gibbons, dal 5 gennaio nelle sale con The Walt Disney Company Italia.

Ambientato ai tempi della prima guerra mondiale, quando i peggiori tiranni e menti criminali della storia si riunirono per spazzare via milioni di vite, il prequel racconta la storia di un uomo che farà di tutto per fermarli. Quell’uomo è Ralph Fiennes, qui nei panni del Duca Orlando di Oxford, il fondatore dell’organizzazione. Nel cast del film, che mescola storia e finzione, violenza e umorismo, spionaggio e sentimento, in modo folle e bizzarro, il giovane Harris Dickinson, nei panni del figlio di Orlando, Conrad, Gemma Arterton, Rhys Ifans, Tom Hollander, Daniel Brühl e Djimon Hounsou.

In collegamento dall’Inghilterra, Vaughn, che ha scritto la sceneggiatura a quattro mani con Karl Gajdusek, ha raccontato alla stampa internazionale le origini del film. “Mi è capitato di rivedere dopo anni L’uomo che volle farsi re e ho pensato che avrei voluto fare qualcosa del genere. Fiennes era perfetto per il ruolo, anche se ci ha messo un po’ prima di accettarlo, dopo avermi fatto rispondere a miliardi di domande molto intelligenti. Alla fine abbiamo fatto questo viaggio insieme ed è stato sorprendente”.

Per il regista è stato fondamentale inserire il prequel nell’universo di King’s Man (i film precedenti che avevano protagonisti Colin Firth e Taron Egerton sono del 2014 e 2017), ma anche renderlo differente dagli altri. “Qui raccontiamo la nascita di questa agenzia, ripercorrendone la storia, che spero andrà avanti anche in un prossimo film. Fino al punto in cui Harry Hart (il personaggio interpretato da Firth, ndr) dirà: c’è un motivo per cui ho chiesto a Cristo se abbiamo il mento e abbiamo bisogno di nuovo sangue. Abbiamo ancora otto decenni da affrontare prima di arrivare a una scena che non sarebbe stata così potente se non avessimo conosciuto la storia che c’è dietro”.

Anche se ci ha pensato bene prima di accettare il personaggio, per Fiennes è stato un buon punto di partenza vestire i panni di un uomo che ha vissuto gli orrori della guerra e preferisce la pace al conflitto. “È stato un ottimo presupposto per me interpretare questo feroce pacifista, che ha allevato da solo il figlio – ha detto sempre su Zoom l’attore britannico, che a 58 anni si è destreggiato brillantemente in numerose scene d’azione, servendosi però anche di una controfigura – Piano piano gli eventi lo porteranno a pensare che c’è un momento in cui devi prendere un’arma. La cosa fantastica è quando un personaggio ha un grande cambio di marcia. Oxford si presenta al pubblico come una persona che dice di non voler cambiare mai, e invece poi drammaticamente deve cambiare e mostrare come si sente. È stato quello ad attrarmi della sceneggiatura”.

Al centro della storia, c’è un forte legame tra padre e figlio, anche se tra i due si creerà un conflitto quando il genitore farà di tutto per impedire al giovane di arruolarsi nell’esercito. “Io e Ralph siamo andati d’accordo in modo naturale. E questo è stato fondamentale per i nostri personaggi”, ha rivelato Dickinson, già visto nella serie Trust, dove interpretava John Paul Getty III. E Fiennes ha aggiunto: “Harris è un attore intuitivamente veritiero, pieno di energia e sensibilità. Sono riuscito a trovare l’anima del mio personaggio anche grazie all’aiuto di Matthew, che ci ha guidati in questo viaggio per creare il rapporto tra padre e figlio”.

Della famiglia Oxford fanno parte anche la tata Polly e il fedele inserviente Shola, due personaggi essenziali nella storia. “Polly è una specie di suffragetta, ma io mi sono stata ispirata più alle donne del circolo di Bletchley, anche se arriveranno solo durante la seconda guerra mondiale – ha detto Gemma Anterton del suo personaggio – Donne fantastiche che agivano dietro le quinte. Polly è una nerd che lavora duro e sodo ed è stato divertente interpretarla”. Mentre Djimon Hounsou ha aggiunto: “È stato eccitante far parte di questa storia con uno sfondo elegantemente storico. Mi ha fatto conoscere anche qualcosa che non sapevo di quel tempo. La sfida per me è stata anche affrontare tutte quelle scene di azione. È stato un duro lavoro, molto fisico”.

A dare il volto ai villain della storia, Daniel Brühl nei panni di Erik Jan Hanussen, illusionista austriaco vicino a Hitler, e Rhys Ifans nel ruolo di Grigorij Rasputin, mistico russo e figura molto influente ai tempi di Nicola II. “Ero a conoscenza di questa figura più mistica che reale, già ai tempi della scuola – ha detto Ifans, lo Spike di Notting Hill – Sono sempre stato un po’ incuriosito da lui anche per il suo aspetto (particolarmente inquietante, con capelli e barba lunghi e scuri, ndr). Sembrava essere qualcuno che già allora era consapevole dell’impatto che la sua immagine aveva. Lui dalla povertà si è fatto strada nell’alta società russa arrivando a una posizione di grande potere”.

Per Tom Hollander la sfida è stata tripla, dovendo interpretare Re Giorgio V, Guglielmo II e Nicola II. “È stato tutto un gioco di trucco e lingue, ognuno era differente dall’altro – ha spiegato l’attore britannico – Matthew ha ragione quando dice che tutti e tre provengono dagli stessi geni e che era giusto farli interpretare da una sola persona. Perché la prima guerra mondiale, in un certo senso, è stata una specie di litigio familiare che ha trascinato dentro tutto il resto del mondo”.

Giulia Bianconi
08 Dicembre 2021

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