Portman e Depp nella finzione prebellica del Planetarium

Presentato fuori concorso a Venezia, il film sarà in sala il 13 aprile


ROMA – “Quando ho scritto Planetarium, in Francia si respirava un clima di antisemitismo, un vento minaccioso di razzismo e populismo, il film è stato anche una risposta a questa situazione. Penso che l’antisemitismo sia un brutto storytelling”. In giorni di violenza e conflitti feroci che si impongono all’attenzione del mondo, la regista francese Rebecca Zlotowski ha presentato a Roma – in compagnia del suo interprete e amico Louis Garrel – il film nell’ambito dei Rendez-Vous. Passato fuori concorso alla Mostra di Venezia, sarà in circa 60 sale con Officine Ubu dal 13 aprile.

Travolta dall’inquietudine politica, la regista ha dunque ambientato la sua storia negli anni ’30 a Parigi, dove le due sorelle medium americane Laura e Kate (Natalie Portman e Lily-Rose Depp) sono impegnate in un tour europeo di sedute spiritiche presto interrotto da un produttore cinematografico (Emmanuel Salinger) che le ingaggia con l’ambizione di catturare il paranormale su pellicola. “Il film nasce da un mio percorso segreto: desideravo mettere i miei attori in stato di trance, da qui ho avuto l’idea dello spiritismo. Mi sono ispirata a una storia vera di due sorelle. Sono loro che, all’inizio, dicono che a volte bisogna spegnere la luce per vedere: è un rimando alla camera oscura. Il Planetarium immerge lo spettatore in un luogo artificiale dove, per finta, vedi stelle e costellazioni. Mi piacciono l’illusione e l’artificio, permettono di sopportare la vita e, spesso, di arrivare alla verità”. L’atmosfera è pre-bellica, ma “non si è mai consapevoli di essere alla vigilia di una guerra”, dice uno dei personaggi: “Planetarium è un film di avventura e un film sul cinema – ha spiegato Garrel, che ha il piccolo ruolo di un attore dedito all’alcool – ma con un sottofondo disperato. Ci sono diversi segnali della tragedia che incombe, ma l’avventura impedisce di focalizzarsi su di essi”.

“La vera libertà – gli fa eco Zlotowski – è proporre allo spettatore un’esperienza non etichettabile. Sydney Lumet, un regista che amo molto, diceva che un buon film è un mix di generi, Planetarium è un film sull’amore, sull’avventura, sul cinema stesso, sulla fede”. Sulla scelta delle due attrici protagoniste, la regista racconta di aver realizzato, dopo averlo scritto, che “era perfetto per Natalie Portman, un’attrice che ha raggiunto un’età in cui si interessa a altre cinematografie e non guarda solo a Hollywood. Lei, che era il muro portante, mi ha consigliato Lily-Rose per il ruolo di sua sorella”. Emmanuel Salinger,
che interpreta il produttore era stato invece il protagonista dei primi film di Desplechin: “Lo considero un fantasma della mia cinefilia – ha commentato la cineasta – era un po’ scomparso dalla scena e ora gli spettatori francesi lo hanno riscoperto col mio film”.

Michela Greco
07 Aprile 2017

Rendez-Vous 2017

Rendez-Vous 2017

Lucas Belvaux: “Dietro le quinte dell’estrema destra francese”

"È da 20 anni che non si fa più cinema politico in Francia ed è stato un errore: bisogna dire le cose come stanno", afferma Lucas Belvaux, regista di A casa nostra, mostrato in anteprima ai Rendez-Vous e in sala con Movies Inspired dal 27 aprile. Al centro del suo film c'è una giovane infermiera (Émilie Dequenne) che si lascia convincere a candidarsi a sindaco della sua cittadina proprio nelle liste del partito di estrema destra, guidato da una donna che somiglia moltissimo a Marine Le Pen (Catherine Jacob). "Da radio e tv arrivano discorsi di odio e intolleranza - aggiunge Belvaux - È un delirio assoluto che entra a poco a poco nella testa della gente. Gli adolescenti ascoltano, ci credono e si inventano nemici, alcuni si sono radicalizzati esattamente come i jihadisti"

Rendez-Vous 2017

Olivier Assayas: “Dario Argento è il più grande”

Dopo Sils Maria il cineasta francese torna a dirigere Kristen Stewart in Personal Shopper, vincitore del premio per la regia a Cannes e ora in sala con Academy Two dal 13 aprile. E sulle fonti di ispirazione della pellicola rivela: "Quando ero un giovanissimo critico di cinema sono stato molto influenzato dal cinema di genere: Carpenter, Wes Craven, Cronenberg e il più grande di tutti, Dario Argento. Non penso che siano registi di serie B, anzi hanno accesso a una dimensione più profonda"

Rendez-Vous 2017

Huppert “fragile” e forte per Mia Hansen-Love

Una professoressa di filosofia che si trova ad affrontare le difficoltà crescenti della maturità e la solitudine. E' il bel personaggio a cui dà vita Isabelle Huppert nel quinto film della regista francese Mia Hansen-Love, L'avenir, in Italia distribuito da Satine Film a partire dal 20 aprile con il titolo Le cose che verranno. Una pellicola che è valsa alla Huppert il premio come Miglior Attrice dell'Anno ai prestigiosi Critics' Choice Award di Londra e che, insieme alla vittoria del Golden Globe e alla candidatura all'Oscar per Elle ne conferma - se ce ne fosse bisogno - il talento eccelso e versatile, ha ottenuto anche l'Orso d’argento alla Berlinale 2016 per la migliore regia ed è ora tra le proposte dei Rendez-Vous con il cinema francese in corso a Roma

Rendez-Vous 2017

Martin Provost: “Io e le due Catherine”

Quello che so di lei di Martin Provost, visto alla Berlinale e ora nel cartellone dei Rendez-Vous, mette insieme per la prima volta sul grande schermo due straordinarie Catherine - Frot e Deneuve - in una storia che fa ridere e commuove insieme e fa comunicare la vita e la morte. Accanto a loro anche un inedito Olivier Gourmet (Il ministro), nei panni di un camionista sexy. "A un certo punto ho capito che dovevo mollare la presa e diventare più flessibile con Catherine Deneuve - ha detto a CinecittàNews il regista - grazie a lei ho reinventato il mio modo di dirigere gli attori. Credo di essere migliorato". Il film sarà al cinema con Bim Distribuzione dall'11 maggio


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