Papaleo e Veronesi, vai avanti tu che mi scappa da ridere

A Taormina incontro tra i due registi che parlano anche dei nuovi progetti


Commedia protagonista al 59° Festival di Taormina. La commedia per eccellenza, quella sofisticata e ricca di ambigue sfumature, di schermaglie tra i sessi e tra le classi sociali, firmata da Ernst Lubitsch e “smontata” in un incontro organizzato in collaborazione con il Sncci (e condotto da Mario Sesti, Angela Prudenzi e Piero Spila) che ha affascinato la giovane platea degli studenti. E la nuova commedia italiana, quella di Giovanni Veronesi e Rocco Papaleo, protagonisti di una affollata Taoclass. Entrambi al lavoro, Veronesi sarà in sala a novembre con L’ultima ruota del carro, prodotto da Fandango e Warner, interpretato da Elio Germano e Alessandra Mastronardi, nei panni di Ernesto e sua moglie, persone perbene in un’Italia corrotta narrata in trent’anni di storia. Papaleo, dopo l’exploit di Basilicata coast to coast, è tornato alla regia con Una piccola impresa meridionale che lo vede protagonista insieme a Riccardo Scamarcio ed è la storia, rigorosamente provinciale e corale, di un ex prete che viene confinato in un faro dismesso dalla madre perbenista, che non vuole scandalizzare il paese. “E’ un film musicale, che spero sia all’altezza delle aspettative, dopo la mia opera prima”, dice l’attore-regista lucano, che sta già pensando alla terza opera da regista, mentre come interprete lo vedremo nel nuovo film di Luca Miniero nel ruolo di un camorrista, fratello di Paola Cortellesi.

Si vola alto nell’incontro condotto da Mario Sesti con i due “commedianti”, tra battute, aneddoti e scenette recitate da un Veronesi in forma smagliante. “La prima volta che ho visto Rocco, sulla terrazza di Umberto Contarello, suonava la chitarra. Parliamo di trent’anni fa, lui all’epoca abitava con Virzì, anche se avevano camere separate… Mi piacque subito, riusciva a far ridere con niente e lo presentai a Pieraccioni che cercava complici per I laureati”.

L’autore dei Manuali d’amore racconta anche il suo metodo: “Ci si raduna in una stanza e si cominciano a sparare le più grosse cazzate, alla fine si tira fuori un testo che può avere la sua profondità”. Non tutte le storie sono cinematografiche, però. “Nel primo episodio di Manuale d’amore, ad esempio, ho omesso la storia della mia separazione, quando, nel momento più drammatico della lite, ho visto con la coda dell’occhio un paio di sci nuovi in cima a un armadio e ho cominciato ad arrovellarmi se portarli via o lasciarli lì, sapendo che non li avrei mai recuperati. Alla fine ho preso uno scarpone, uno solo, e sono uscito di casa così. Ed era il 19 giugno. Beh, fa ridere a raccontarla, ma in cinema non va bene, perché mancano i pensieri, le elucubrazioni”.

Ancora tocca a Veronesi ricordare la differenza tra film comico e commedia. “Anche La grande guerra ha aspetti di commedia. Il film comico è un’altra cosa, va nobilitato da un grande attore, come Totò o Verdone”. Spiega anche che Papaleo è un attore che reagisce alle situazioni, come Nuti, mentre Benigni è uno che agisce. Inevitabile per Rocco ricordare Sanremo, anche perché tutti glielo chiedono: “Mi è sembrata fuffa più che sostanza, qualcosa che esula dalla performance in se stessa. Però resta una grande emozione per un ragazzo di paese come me”. E Veronesi: “Già vedo i titoli sui giornali: Sanremo è fuffa”.

Si parla di sesso. Per Papaleo il rapporto tra sesso e comicità è che “la comicità serve per ottenere il sesso”. Per Veronesi “Il sesso è assurdo, ridicolo. Ti fa assumere posizioni improbabili e fare facce da deficiente”. Certo che sul tema è un’autorità. Per Manuale aveva pronti 40 episodi. “Ho lottato con De Laurentiis. Lui non voleva fare l’episodio dei due gay, per esempio, che poi facemmo con Rubini e Albanese. O quello sulla fecondazione artificiale dove Fabio Volo dice che la legge è sbagliata. In un film commerciale il produttore si spaventa di perdere pubblico quando tocca questi argomenti, ma bisogna rischiare altrimenti la gente poi si annoia e si rifiuta di andare al cinema. Reality è un grande film, ma la gente non c’è andata, perché pensava fosse un film sul Grande Fratello”.

Arriva una domanda su Grillo e su come ha tolto al cinema lo scettro della satira politica, trasformando la satira in atto d’accusa e il comico in tribuno. “Quando non c’era una televisione onnipresente, il cinema era la politica. Ma dagli anni ‘80 la tv la fa da padrona in questo campo. Come si fa a fare un film politico che dice cose che vengono dette notte e giorno nei talk show? Grillo ha avuto una visione estrema e molto originale, ma se facesse un film su queste stesse cose nessuno andrebbe a vederlo. Un film come Il Caimano nessuno lo voleva produrre, lo stesso per Diaz che dice cose importanti ma la gente è stufa di sentirle. L’Italia è fatta di codardi”. Interviene Papaleo: “Grillo ha rubato il mestiere ai politici, ma da quando il suo punto di vista è diventato un partito ha perso forza. Il cinema offre le illusioni, Grillo queste illusioni le ha tradite”.

18 Giugno 2013

Taormina 2013

Taormina 2013

Taormina chiude con l’applauso a Gandolfini. Marisa Tomei: “Era eccezionale”

Un lungo applauso a James Gandolfini. Si conclude così, nel segno della memoria e dell’affetto verso l’unico grande assente, scomparso pochi giorni fa, la 59ma edizione del Taormina Film Fest. A ricordare “l’eccezionalità e la generosità” dell’attore dei Soprano anche la diva premio Oscar Marisa Tomei, che ha presentato la commedia familiare Parental Guidance, con Billy Crystal. Annunciate le date della prossima edizione: 14-21 giugno 2014

Taormina 2013

Il futuro di Vaporidis

“Recitare accanto all’uomo che ha visto cose che noi umani non possiamo neanche immaginare è stata un’emozione indescrivibile”. A parlare è Nicolas Vaporidis, ospite del Taormina Film Fest con la moglie e collega Giorgia Surina, e il riferimento diretto è a Rutger Hauer. Con l’attore di Blade Runner ha diviso il set del film Il futuro di Alicia Scherson, in concorso all’ultimo Sundance e in autunno nelle nostre sale, distribuito dalla Movimento Film

Taormina 2013

Alessandro Siani: “Un giorno vorrei lavorare con Verdone”

Scritto con Gianluca Ansanelli e la collaborazione di Fabio Bonifacci, sarà sul set a maggio. "Sarà una commedia volgare: sto sempre attento a non dire parolacce nei miei film, si può far ridere senza bisogno di trivialità. Voglio raccontare una storia di paese", dice il comico che spera di bissare il successo del Principe abusivo

Taormina 2013

Meg Ryan: “Divento regista, grazie a Nora e Jane”

L’attrice di Harry ti presento Sally e Insonnia d'amore è ospite del Festival di Taormina. Dove annuncia che esordirà come regista. “Non so se porta bene parlarne, ma sto per partire con le riprese di The little black train, storia di un misantropo che sul letto di morte raccoglie attorno a sé alcuni amici per dare un addio piacevole alla vita”. Una storia semplice e piccola, sottolinea la star americana, che non vuole dire nulla di più sulla trama e niente sul cast. E ricorda James Gandolfini: "L'avevo appena visto a teatro in Carnage"


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