Pannofino, politico corrotto nell’Italia fascista

L’attore è protagonista de 'Il pretore' di Giulio Base, commedia tra grottesco e satira dal romanzo di Piero Chiara: "Anche se interpreto un personaggio di ieri, è ampiamente riconoscibile nell'oggi"


SORRENTO. Diverse le anteprime che la tre giorni di full immersion nel mondo del cinema-che-vedremo ha proposto. Da Disconnect di Henry Alex Rubin con la triade attoriale Jason Bateman, Alexander Skarsgard e Andrea Riseborough a quel Dallas Buyers Club di Jean-Marc Vallée che è appena valso un Marc’Aurelio per la migliore interpretazione a Matthew McConaughey al Festival del Film di Roma, passando per l’italiano Il capitale umano di Paolo Virzì, noir sulla crisi economica e morale con le due coppie di interpreti Valeria Bruni Tedeschi/Fabrizio Gifuni e Fabrizio Bentivoglio/Valeria Golino.
Tra le sequenze proiettate in anteprima alle Giornate Professionali, restano impresse quelle stordenti di The Wolf of Wall Street di Martin Scorsese, montaggio adrenalinico e frammenti di quella che si preannuncia come un’ennesima superlativa performance di Leonardo di Caprio.

E prima che si succedessero sul palco volti noti nostrani da Claudio Bisio a Claudia Gerini, da Cristiana Capotondi a Sabina Guzzanti per presentare la nuova stagione cinematografica, Francesco Pannofino rispondeva alle curiosità del pubblico riguardo a Il pretore di Giulio Base, commedia tra grottesco e satira tratta dal romanzo di Piero Chiara, ‘Il pretore di Cuvio’, che lo vede protagonista nei panni di un politico corrotto e onnipotente in epoca fascista.
“Coraggioso già solo produrre un film in costume di questi tempi – commenta Pannofino – E’ una commedia niente affatto leggera, vicina alla denuncia sociale, intende mostrare come sia ridicolo chi si approfitta del potere. C’è satira, graffio, amarezza: anche se interpreto un personaggio di ieri, in realtà è ampiamente riconoscibile nell’oggi”.

La 36a edizione delle Giornate Professionali ha decretato i vincitori dei tradizionali Biglietti d’Oro del cinema italiano. In sostanza, alle sale che hanno registrato il maggior numero degli spettatori tra il primo dicembre 2012 e il 30 novembre 2013 sono andati i riconoscimenti assegnati dall’ANEC.
Mattatore della serata finale è stato Checco Zalone, dichiaratosi “ubriaco di felicità” per le cifre da record che il suo Sole a catinelle continua ad incassare. Una premiazione nel segno della nuova commedia italiana: fatta eccezione per la Indigo Film, casa di distribuzione di La grande bellezza di Paolo Sorrentino, si sono alternati sul palco del Teatro Tasso Alessandro Siani, Christian De Sica, Lillo e Greg e il conduttore Paolo Ruffini.

Una maratona di battute, più o meno scorrette, per premiare due commedie diverse tra loro, entrambe calate nella contemporaneità, ma se una sceglie il tono fiabesco e l’happy end, l’altra punta su un umorismo senza redenzione e un personaggio irrecuperabile. Si tratta di Il principe abusivo e Sole a catinelle, sul podio dei film più visti in Italia insieme al sequel d’animazione Cattivissimo me 2. Neri Parenti ritira lo stesso riconoscimento per Colpi di fulmine, in attesa che esca il suo nuovo cine-panettone Colpi di fortuna. Premio Agiscuola infine a Lincoln di Steven Spielberg, mentre Matteo Oleotto e Alessandra Mastronardi ritirano la targa Anec “Claudio Zanchi”. 

Claudia Catalli
06 Dicembre 2013

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