Pacco dono alla vigilia degli EFA


Mio fratello è figlio unicoE’ in genere metà settembre quando il campanello della porta suona e un signore dalla casacca sgargiante di un famoso trasportatore internazionale mi consegna una scatola. Il pacco delle meraviglie, i circa 40 film che ogni anno giungono ai giurati dell’EFA, European Film Academy, il meglio della cinematografia di quell’anno che sarà giudicato e premiato nel corso di una cerimonia non sempre pubblicizzata come meriterebbe. Una prima notazione: il pacco prima era enorme, non si sapeva dove conservarlo, vagava per le stanze per settimane. I film erano in VHS, ingombranti, si degradavano facilmente. Oggi giungono per lo più dischetti in bustine bianche, anonime e tutte uguali, solo alcuni sono già confezionati nelle confezioni che troveremo in vendita tra qualche mese. Gli scrupoli del dopo (che si fa dei film che si sono visti, alcuni per niente memorabili?) si fanno più piccoli, proporzionati al formato dei film. Prima buttare le videocassette era per me come buttare un’intera pagnotta di pane diventato duro: dolore e sensi di colpa. Oggi buttare un dischetto costa meno fatica. Sì, perché una volta ho chiesto all’EFA se potevo donare le cassette alla mediateca di una università. La risposta è stata “italiana” seppure proveniente da Berlino. “Io non ne so niente!”. Perché c’è pur sempre il diritto d’autore, i diritti dei produttori, tutele sacrosante, che però ti obbligano a buttare i film. Controsensi del protezionismo! Lo scatolone ti permette di entrare in mondi sconosciuti. I film che puoi (devi!) vedere sono delle provenienze più strane, e anche lì, sono lo specchio del mondo. Da due anni hanno fatto irruzione le nuove nazioni ammesse in Europa, è un proliferare di film dell’ex Est Europa, ci sono film israeliani, anch’essi ammessi all’EFA. Ma c’è sopratutto la scoperta, per molti di noi, della cinematografia del Nord Europa, interessante, vitale, stimolante. Per molti registi italiani è stato un vero e proprio shock. Ricordo le prime impressioni di Luchetti, fresco giurato, folgorato dalla forza di film danesi o norvegesi, che raccontano drammi familiari senza alcune concessione alla “spettacolarità”. “Perché anche noi non facciamo film così?” Il poeta cantava: “The answer my friend…”.

 

Certo, perché, se proprio vogliamo trovare un minimo comun denominatore alla infinita varietà dei film dell’EFA, è il DRAMMA. Che spesso si traduce in dramma familiare. Esempio. Serata infrasettimanale. Bambina a letto. “Che film vediamo?” “Devo vedere quelli dell’EFA” “Per carità! Drammi che non ti fanno addormentare!” La contrattazione è ardua, in genere i primi film che “partono” sono le pochissime commedie presenti nello scatolone, o quei film che posso fraudolentemente spacciare come “commedie”. E’ il caso dell’altra sera. Mi riesce di far passare Irina Palm di Sam Garbarski per una commedia. La partenza già fa storcere il naso alla moglie. Un bambino, in ospedale, vittima di una brutta malattia, deve essere portato in Australia e i genitori non hanno i soldi. Timoroso, mi affretto a dire che però fra poco c’è la sterzata… Che difatti c’è. L’avevo letto sulla quarta di copertina. La nonna, per bisogno, si impiega in un sexy shop, dove diventa la più brava masturbatrice di Londra…. Che, condizionato dalla cattiva abitudine italiana, mi era parso spunto da commedia. Ma, signori, siamo in Europa, in UK per l’esattezza, e anche gli spunti di commedia passano sotto il rullo compressore del cinema d’impegno drammatico. Il film è comunque molto bello, angoscioso al punto giusto, strano quanto basta. Marianne Faithfull una vera rivelazione nel ruolo della nonnetta. E difatti è in corsa per un premio. Il matrimonio alla fine è salvo. Non mi azzardo neanche a raccontare che in una sera in cui Lei è uscita, ho visto l’unico film poco angoscioso dello scatolone.

 

La visita della banda opera seconda del regista Eran Kolirin, il primo era un film TV. In Israele giunge una banda di Alessandria d’Egitto, che però non viene accolta da nessuno di quelli che li avevano invitati. Passano una notte in un paesino israeliano, entrano in contatto con israeliani ospitali quanto silenziosi. Tra poche parole, grandi imbarazzi, e un po’ di musica improvvisata nascono dei rapporti che si capisce rimarranno. Bel film, bellissime immagini, strano al punto giusto. E soprattutto, non muore nessuno!!! Un altro film che potrebbe sfuggire, non fatelo, fra poco uscirà in Italia distribuito dal Luce, proveniente dalle Giornate degli autori di Venezia dello scorso anno, è La notte dei girasoli, opera prima di un regista spagnolo, Jorge Sanchez-Cabezudo. Una commedia noir ambientata in un paesino sperduto della Spagna. Non dico che ci si sbellica dalle risate, ma la commedia è gradevole, il plot noir tiene benissimo, sembra un giovane e rivitalizzato Chabrol. Opera prima molto matura, regista da tenere sotto stretta osservazione! Mi viene il dubbio che già mi venne quando, a pranzo in Danimarca davanti al mare nero, con il cielo nero sopra la testa, le onde grosse e la luce poca, pensai che quella non poteva essere terra di commedia! Invece il sole della Spagna aiuta, eccome!

 

E’ anche l’anno de La vie en rose, il film di Olivier Dahan che a me è piaciuto moltissimo sulla vita della Piaf. Vado pazzo per le biografie! Cast eccezionale, una grandissima Cotillard, anche lei in odore di premio, e tutti i migliori attori francesi del momento. Un regista italiano ben noto (non vi dirò il nome nemmeno sotto tortura!) nel famoso blog dei registi, dopo aver visto il film disse: “Perché in Italia non possiamo fare anche noi film con bravi attori sconosciuti?”…. Un tempo esportavamo storie, importavamo attori…. Ma questo è l’anno di Mio fratello è figlio unico e de La sconosciuta. L’orgoglio patrio si risveglia. E risorge la famosa domanda: saremo di nuovo, noi giurati italiani sparsi per Roma e per il paese, saremo in grado di riconoscere i nostri talenti e di premiarli? Lo sapremo tra poco, i primi di dicembre. Quando dello scatolone ci rimarranno soltanto i film che vorremmo regalare all’università, ma che ahimé dovremo buttare.

19 Novembre 2007

Articoli

Una delle illustrazioni del progetto
Articoli

Argento Reloaded by Luca Musk

L'artista Luca Musk e Franco Bellomo presentano il progetto espositivo dedicato al Maestro del Brivido. Una collezione di illustrazioni d'atmosfera che fanno rivivere i set di Argento e la loro magia

Articoli

The Arch., quando gli architetti diventano oracoli

Il documentario d'esordio di Alessandra Stefani ci porta in un viaggio lungo i quattro continenti alla scoperta delle prospettive che ci offrono i più importanti architetti contemporanei per un mondo più sostenibile. In sala con Adler dal 27 al 29 settembre

Articoli

Buon 2018 ai lettori di CinecittàNews

La redazione va in vacanza per qualche giorno. Riprenderemo ad aggiornare a partire dal 2 gennaio. Auguriamo un felice 2018 a tutti i nostri lettori.

Articoli

Cattivissimo 3 sfiora i 15 milioni

E' ancora Cattivissimo 3 a guidare il box office per il terzo weekend, con 2.471.040 euro. Al 2° posto, con 1 mln 919mila euro, sfiorando i 6 mln totali, il kolossal di Christopher Nolan Dunkirk


Ultimi aggiornamenti