Non si possono chiamare incubi, i film di David Lynch. Per il maestro dell’assurdo inconscio l’aspetto onirico è a priori e non spiega i terrori che lo attraversano. Vale per ogni sua opera, specialmente Mulholland Drive. Il capolavoro del 2001 è protagonista questa sera di una speciale proiezione del Roma Cinema Arena al Parco degli Acquedotti, che invita i suoi mille spettatori in quel profondo baratro che è quest’opera tanto acclamata quanto ancora enigmatica.
Le proiezioni di Mulholland Drive sono sempre curiosi viaggi interpretativi: c’è chi è all’ennesima visione (li riconosci perché hanno il volto scavato di chi quest’avventura già l’ha affrontata, ma non si è ancora arreso) e chi non sapeva e ora ha bisogno di qualche minuto, per riprendersi e mettere insieme il puzzle del film che vede Naomi Watts e Laura Harring attraversare un thriller psicologico per sbucare oltre la realtà. A 23 anni dalla sua uscita, Mulholland Drive non ha ancora esaurito la propria carica sfidante, che sembra prendere in giro lo spettatore in una giostra di twist paranormali e al contempo si guadagna subito la sua fiducia, tenendolo incollato a ogni evento.
Justin Theroux, nel film il regista ricattato dai mafiosi, ammise che né lui né i colleghi sul set stavano realmente capendo su cosa stessero lavorando. Per questo Lynch creò una piccola dispensa di indizi per decifrare l’intreccio e le immagini, tenuta nascosta per anni e riapparsa in un articolo di Vulture solo nel 2018. Ecco cosa dice:
1. Presta particolare attenzione all’inizio del film: vengono rivelati almeno due indizi prima dei titoli di coda.
2. Da notare, l’aspetto del paralume rosso.
3. Sicuri di riuscire a sentire il titolo del film per cui Adam Kesher (Justin Theroux) sta facendo un provino per le attrici? Viene menzionato di nuovo?
4. Un incidente è un evento terribile: allora guarda un po’ il luogo dell’incidente.
5. Compare una chiave. Chi la dà, e perché?
6. Da notare l’accappatoio, il posacenere, la tazza di caffè.
7. Cosa si sente, si realizza e si guarda al Club Silencio?
8. Provate a ripensarci. Come ha fatto Camilla a ottenere il provino?
9. Notate tutto quello che circonda l’uomo mostruoso dietro Winkie’s.
10. Dov’è zia Ruth?
“Per me il mistero è una calamita” dice Lynch. E lo stesso vale, durante i suoi film, per gli spettatori. Calamitati dall’ignoto. Negli indizi forniti alla troupe non c’è soluzione ma più che altro un monito: osserva, con attenzione. Dedicati al film, in altre parole. Nelle note che nel 2001 consegnò ai proiezionisti delle sale in cui era in cartellone Mulholland Drive scriveva “Please raise volume 3db, Hotter than normal”. Un film per cui alzare il volume, cercando tracce di risposte nelle onde sonore distorte. Lynch è un uomo di meditazione (anche testimonial e promotore della meditazione trascendentale) e da sempre parla delle idee come pesci da pescare in profondità, dove le acque agitate sono penetrabili solo dal sommozzatore più attento e calmo. Lo spettatore di Mulholland Drive può fare affidamento solo su stesso, e darsi al film, ricucendo i pezzi che avvicina per lui.
Sul set un giorno Theroux osò fare domande per sapere di più sul significato del film. “Sai, non lo so proprio amico” gli rispose Lynch. E concluse: “ma scopriamolo”.
Di Alessandro Cavaggioni
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