Attorno a Megalopolis dell’ormai ottantacinquenne Francis Ford Coppola c’è un’aura di mistero quasi sacrale. Agognato dal suo regista, che ne è anche primo finanziatore dopo anni di elucubrazioni e progettazioni varie, ora alla difficile ricerca di un distributore disposto a sostenerne l’importante spesa di marketing richiesta, l’epopea retrofuturista si svelerà a breve in gara al Festival di Cannes, dove corre per la Palma d’Oro.
Dopo mesi di rumors circa l’atmosfera al centro del film – descritto come rivoluzionario e immenso, ma anche eccessivo, da alcuni dirigenti di Hollywood a cui è stato mostrato in anteprima – Vanity Fair ha pubblicato oggi la prima immagine ufficiale, che vede Adam Driver e Nathalie Emmanuel in cima a un palazzo, con una sterminata distesa di grattacieli toccati dalla luce del tramonto alle loro spalle. Nel cast risultano anche Aubrey Plaza, Shia LaBeouf, Dustin Hoffman, Jon Voight, Laurence Fishburne, Kathryn Hunter, Grace VanderWall, James Remar, Talia Shire e Jason Schwartzman.
Coppola, che ha perso la moglie Eleonor a inizio aprile ed è ancora in lutto assieme alla famiglia, ha rilasciato una dichiarazione a VanityFair per accompagnare l’immagine del film: “I semi per Megalopolis sono stati piantati quando da bambino ho visto Things to Come di H. G. Wells”, scrive Coppola. “Questo classico di Korda degli anni ‘30 parla della costruzione del mondo di domani ed è sempre stato con me, prima, quand’ero uno ‘scienziato ragazzo’ e poi quando sono diventato regista”.
Il regista ha smentito di essere al lavoro sulla sceneggiatura da oltre 40 anni, come è stato spesso scritto, ma ha confermato di averci pensato a lungo e di aver raccolto nel corso del tempo molti spunti e idee. “Stavo piuttosto raccogliendo appunti e ritagli per un album di cose che trovavo interessanti per una possibile futura sceneggiatura” ha spiegato. “Alla fine, dopo molto tempo, mi sono orientato verso l’idea di un’epopea romana. E poi, più tardi, di un’epopea romana ambientata nell’America moderna. Così ho iniziato a scrivere questa sceneggiatura, a fasi alterne, solo negli ultimi dieci, dodici anni. Inoltre, dato che ho realizzato molti film con soggetti e stili diversi, speravo di potere realizzare, più avanti nella vita, un progetto che mi avrebbe consentito di capire meglio quale fosse il mio stile personale”.
“Ho preso in considerazione molte possibilità, interessandomi a un episodio noto come ‘La congiura di Catilina‘. L’America moderna era la controparte storica dell’antica Roma e che la congiura di Catilina, narrata dallo storico Sallustio, poteva essere ambientata nell’America moderna, proprio come Cuore di tenebra di Joseph Conrad in Apocalypse Now. era ambientato durante la guerra del Vietnam. Ho iniziato con l’essenza di una trama: forse un patrizio malvagio (Catilina) complottava per rovesciare la Repubblica, ma veniva ostacolato da Cicerone, il console. Ho ribattezzato Catilina, Cesare, come suggerito da Mary Beard, perché nella versione di Svetonio il giovane Giulio Cesare tramava spesso insieme a Catilina, e Cesare poi sarebbe stato più familiare al pubblico di Sergio (che era il nome storico di Catilina). Mi sono chiesto se la tradizionale rappresentazione di Catilina come ‘cattivo’ e Cicerone come ‘buono’ fosse necessariamente vera. Nella storia, Catilina perse e fu ucciso e Cicerone sopravvisse. Ma poiché è il sopravvissuto a raccontare la storia, mi sono chiesto se ciò che Catilina aveva in mente per la sua nuova società non fosse stato un riassetto di coloro che detenevano il potere, e se dunque non fosse stato addirittura ‘visionario’ e ‘buono’ e, magari, Cicerone ‘reazionari’ e ‘cattivo’. La storia si sarebbe svolta in una New York un po’ stilizzata, ritratta come il centro del potere del mondo e Cicerone sarebbe stato il sindaco durante un periodo di grandi sconvolgimenti finanziari, come la crisi finanziaria ai tempi di Dinkins (l’ex sindaco che guidò la città dal 1990 al 1993, ndr).
Coppola ha anche elencato un folto numero di ispirazioni, che vanno da Voltaire a Pirandello, passando per Bergman, Spinoza, Fellini, Visconti e tanti altri esponenti della cultura modniale. “Non ci sarei riuscito senza appoggiarmi, come ho fatto, sulle spalle di G. B. Shaw, Voltaire, Rousseau, Bentham, Mill, Dickens, Emerson, Thoreau, Fuller, Fournier, Morris, Carlyle, Ruskin, Butler e Wells tutti insieme; con Euripide, Tommaso Moro, Molière, Pirandello, Shakespeare, Beaumarchais, Swift, Kubrick, Murnau, Goethe, Platone, Eschilo, Spinoza, Durrell, Ibsen, Abel Gance, Fellini, Visconti, Bergman, Bergson, Hesse, Hitchcock, Kurosawa, Cao Xueqin, Mizoguchi, Tolstoj, McCullough, Mosè e i profeti”.
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