Los Angeles, 1982: il giornalista italiano Lorenzo Soria arriva nella Mecca del cinema, quando già nell’89 diviene membro della Hollywood Foreign Press Association, affermandosi in breve nel suo Comitato di Direzione.
È diventato presidente per un paio di bienni, 2003-2005, poi nel 2015-2017, fino alla terza rielezione, lo scorso 2019, incarico destinato a durare fino al giugno 2021.
Lorenzo Soria, nella stessa Los Angeles, s’è spento stamattina, a 68 anni, dopo una faticosa malattia, un cancro.
Soria era nato il 27 novembre 1951 a Buenos Aires, in Argentina, da genitori ebrei, lì rifugiati per sfuggire alle persecuzioni naziste: la mamma era un’insegnante, rimasta vedova giovanissima; tornato in Italia, è cresciuto a Milano, dove aveva anche cominciato il mestiere di giornalista per “L’Espresso”, testata di cui è rimasto sempre collaboratore da Hollywood, come anche de “La stampa”.
Il suo apporto alla HFPA ha segnato molto l’industria hollywoodiana: intellettuale dall’ironica intelligenza, anche nel prolungato e complesso periodo della malattia. Sotto la sua presidenza sono stati stretti accordi con manifestazioni cinematografiche di rilievo internazionale, come Toronto e Venezia, anche per sostenere registi internazionali in periodi di studio a L.A..
Nell’estrema attualità, la cerimonia degli ultimi Golden Globe – gennaio 2020 – ha fatto storia diventando il primo dei grandi eventi hollywoodiani a prestare attenzione all’ecosistema dal punto di vista alimentare, servendo una cena completamente vegana.
Il poliedrico autore newyorkese è considerato uno degli scrittori più influenti della sua generazione
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