Sacro GRA, dopo il Leone d’oro, ha guadagnato questo week-end un risultato notevole al botteghino, la media copia più alta, circa 4.000 euro. Il pubblico lo ha in qualche modo riconosciuto, ma non tutti lo hanno apprezzato. Ad esempio Pupi Avati, a Pordenonelegge dove ha presentato il suo libro ‘La grande invenzione’, ha criticato aspramente la premiazione del film di Rosi a Venezia: “Quest’anno è diventato la cartina di tornasole del non-cinema, e si è ridotto ad assegnare il primo premio ad un documentario cioè l’antitesi di quello che dovrebbe essere quest’arte. Dare il Leone d’Oro ad un regista che non ha mai diretto un attore – ha concluso – denuncia lo stato di crisi totale del settore”.
L’ultimo film di Avati è Un ragazzo d’oro, tra i cui protagonisti c’è Sharon Stone: “È la prima volta in 45 anni che mi trovo di fronte a una diva – dice il regista – che, in quanto tale, ha tutti i pregi e tutti i difetti che si accompagnano a questo status. Questa condizione amplifica anche le piccole e grandi difficoltà e quelle tensioni che si producono sul set quando si ha a che fare con un’icona”. Nella pellicola gli altri protagonisti sono Cristiana Capotondi e Riccardo Scamarcio. Quanto al libro, Avati ha dichiarato di averlo scritto “per dire ai giovani che la vita riserva delle sorprese continue. Non dobbiamo disperare, pensare che non ci siano opportunità e che le cose si risolvano nel modo più mortificante. Nella mia vita ogni volta che si chiudeva una porta si apriva un portone. I ragazzi – ha spiegato – devono credere nelle loro aspirazioni, rincorrere i loro sogni”
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