TORINO – “Ho realizzato questo documentario sull’incesto perché l’ho vissuto e da anni desideravo prendere in mano questo vissuto doloroso per cambiare e trasmettere: con il mio mestiere d’attrice, un mestiere di parola e di corpo – che mi ha salvato la vita – ho potuto dire quello che non è facile da dire; bisogna liberare la parola per essere ascoltati… In Francia ci si sta battendo con il Governo per fare prevenzione in tutto il mondo, continuiamo a viaggiare dappertutto, l’ incesto è una problematica che riscontriamo ovunque. C’è una catena di solidarietà sociale per cui oggi molte più persone osano parlare ma questa parola non è considerata come dovrebbe: abbiamo fatto dei progressi ma solo l’1% dei processi sono vinti dalla vittima. Solo in Francia, 160mila bambini sono vittime ogni anno”.
Un silence si bruyant è il doc che Béart ha co-diretto con Anastasia Mikova, “una bravissima documentarista, autrice di Women: trovavo affrontasse la tematica femminile in modo incisivo; l’incesto non riguarda solo le donne ma al 90% gli aggressori sono uomini. Con lei è stato un colpo di fulmine, ci siamo capite istantaneamente”.
Béart a Torino 2024 riceve una Stella della Mole, ma l’incontro con l’artista non si distrae dal potentissimo tema del suo doc, che presenta al 42TFF.
“Questo film l’ho realizzato in tre anni, tra scrittura prima, e ricerca di testimoni poi… Ci sono tre donne e un uomo e ci è voluto un anno per entrare in contatto; la mia preoccupazione era fossero pronti a parlare: non volevo ferirli né danneggiarli, ma che il doc potesse fargli bene; molti erano troppo fragili e altri troppo arrabbiati; mentre io volevo che ogni essere umano potesse esprimere il proprio pensiero e il proprio vissuto”.
Un vissuto che ha inciso la sua anima ma che non ha cambiato la sua vita come artista, l’incesto infatti “non ha modificato l’artista che sono ma grazie al lavoro di attrice le emozioni possono uscire, mi ha davvero salvato la vita dai 17 anni e mezzo quando ho cominciato a recitare: ho potuto costruirmi come donna e artista. L’incesto non ha modificato l’artista ma aver fatto questo film penso mi abbia fatto bene: sento che per me sia finalmente finita… ma questo non mi impedisce di percorrere il mondo per tenere vivo questo discorso”.
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