Abbiamo iniziato da lontano, cercando le copie dei film dei fratelli Taviani ancora in buone condizioni. Onestamente non molte, perché non amavano i riflettori di nessun tipo e quindi negli anni a parte qualche capolavoro, molti dei loro film erano rimasti in 35mm. Persino Kaos era ancora in pellicola.
Poi siamo passati al restauro di alcuni titoli. Nel frattempo un nugolo di inglesi, responsabili dei vari settori del BFI, ci ha circondati, chiedendo foto, schede, in poche parole tutto quello che avevamo sul cinema dei Taviani. E così si è messa in moto la retrospettiva che il BFI sta programmando nelle mitiche sale del Souhtbank di Londra (fino al 12 marzo). In brevissimo tempo abbiamo perso quel senso di remoto, di archeologia del cinema dei primi giorni in cui cercavamo i materiali. Con un tam tam che non immaginavamo ci sono arrivate frasi, pensieri e foto da molti registi. Citiamo tra gli altri Martin Scorsese:
“Ogni volta che vedo un loro film mi lascia un impatto emotivo profondo. Il loro lavoro è diverso da qualsiasi altra cosa abbia visto. È moderno, qualcosa di nuovo, per me hanno fatto dei film bellissimi”.
E Volker Schlöndorff che ha inviato la straordinaria foto del suo incatenamento insieme a Herzog quando la censura tedesca aveva proibito Padre padrone (Palma d’Oro, Cannes 1977).
Paolo diceva di essere contento di questa retrospettiva soprattutto per Vittorio. Però poi ci seguiva, verificava il lavoro sulle copie, la stampa del libro. Era divertito dall’operosità nostra e degli inglesi. Quasi non si aspettasse l’interesse suscitato. In parte era sicuramente autoironia, rarissima capacità umana. Mentre per noi scivolare dentro il lavoro dei due registi, guardare al contempo grandezza e semplicità, percepire la sintesi perfetta tra realtà e racconto, è stato come camminare in montagna. Arrivati in cima la vista ci ha tolto il respiro. Paolo e Vittorio Taviani ci hanno permesso questo sguardo, da cui adesso è impossibile tornare indietro.
Questo il testo che, pochi giorni fa, Paolo ci ha inviato perché venisse pubblicato sul sito del BFI:
“Più che parlare mi piacerebbe ascoltare e chiedervi cosa avete pensato, dopo aver visto i nostri film, del nostro lungo viaggio nel cinema e nella storia. Una volta un giornalista mi chiese : ‘Perché ha deciso di fare il cinema?’ Per essere amato e amare persone che non conosco e forse non conoscerò mai , come voi oggi, siete tanti e mi dà gioia. Tanti sì, perché i nostri film – tutti – questo festival li sta proiettando in tante sale. E mi dà energia anche l’immagine che appare sulla copertina del libro a noi dedicato con i grandi registi tedeschi Herzog e Schlöndorff che si incatenano davanti al cinema che si rifiutava di proiettare Padre padrone.
Oggi a Londra vengono proiettati tutti i nostri film, è la prima volta che accade. Alcuni erano spariti, affogati in qualche magazzino di vecchie pellicole. Peccato che io non possa venire a Londra. Ma verrò, verrò nei prossimi mesi e vi porterò anche il saluto di Vittorio che sarebbe commosso da questo amore dei figli di Shakespeare”. Paolo Taviani, lunedì 12 febbraio 2024
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